La Prost compie 25 anni. Una ricorrenza speciale a cui non tutte le squadre di calcio a 5 riescono ad arrivare. Questo significa che c’è un ottima dirigenza, un gruppo sano composto non sono solo compagni di gioco, ma anche da amici nella vita. Una squadra che non lotta insieme solo sul fronte del calcetto ma è anche una sorta di contenitore sportivo, che in barba all’età avanzata, propone molte sfaccettature.
Tra la rosa c’è un gruppo di running (nato nel 2006) col quale la Prost ha partecipato a varie edizioni della 24 ore di Fagagna e a quasi tutte le edizioni della 24 ore di Telethon di Udine (ante covid). Per non parlare di altri giocatori che hanno corso varie maratone sia in Italia che all’estero (Amsterdam, Lisbona, Berlino, Istanbul) e partecipato a mezze maratone in tutto il Triveneto e oltre. Ma non finisce qui: c’è un gruppo dedito alla mountain bike e al ciclismo. Infine c’è anche un “superman” che fa Triathlon e Ironman. Insomma persone con interessi e attitudini diversi che hanno una passione comune, il calcetto. Disciplina che è non è solo un momento sportivo ma una sorta di magnete che li attira, li unisce e ne salda dei rapporti che vanno oltre il tempo. Condividere esperienze extracalcistiche nello spogliatoio o nel mitico terzo tempo, è un modo per arricchire conoscenze e spartire momenti, vissuti singolarmente, che insegnano come sia importante credere in se stessi per lottare verso la meta prefissa. Il calcetto è un pò l’amalgama di tanti concetti, rafforzati dall’unione di tante persone che, fino a quando l’età consentirà loro di rincorrere la magica sfera, lotteranno sempre per la loro Prost.
Ne abbiamo parlato con il nuovo presidente, Livio Viola che, raggiunto la sospirata pensione, può dedicarsi tempo pieno oltre all’organizzazione della squadra, anche alle sue molteplici passioni come viaggiare, leggere, ascoltare musica (specie jazz), camminare in montagna, andare al cinema, e dedicarsi al podismo e al ciclismo.

Prost, un nome particolare per una squadra di calcio. Da cosa deriva?
“Il nome della squadra nasce a Monaco di Baviera all’Oktoberfest del 1995, ispirato dagli innumerevoli brindisi che si sono succeduti in quei giorni”.
Sei con la Prost da oltre 20 anni: quali sono le motivazioni che inizialmente ti hanno fatto scegliere il campionato amatoriale?
“La Prost nasce da un gruppo di ex giocatori di pallamano di Udine che avevano deciso di optare per uno sport meno impegnativo (la serie B di pallamano allora andava da Aosta ad Ancona…). Data l’attitudine alle competizioni e al loro stimolo, ci è sembrato naturale iscriverci a un campionato, meglio se amatoriale, visto che tutti i componenti erano già ben oltre i trent’anni”.
Qual è stata la persona che, in campo amatoriale, ti ha insegnato di più?
“Se devo fare un nome, direi sicuramente Adriano Cantoni (che attualmente è uno dei responsabili LCFC del campionato amatoriale degli over a 11). Oltre ad essere stato tra i fondatori della Prost (in realtà il principale ispiratore) è stato il primo e indimenticabile presidente per ben 18 anni. Come presidente e giocatore è stato un vero esempio di dedizione, onestà ed entusiasmo. Ora è un esempio di amicizia!”
Quali sono le squadre con cui avete legato di più?
“Credo di poter dire che la squadra con cui abbiamo legato di più sia la Abramo Impianti. Tanto che alcuni di loro d’estate fanno spesso allenamento anche con noi. In ogni caso credo che, dopo tanti anni, non ci siano squadre con le quali non abbiamo un minimo di legame”.
Come giocatore che caratteristiche avevi?
“Io sono stato sicuramente un giocatore del tutto atipico: avendo da giovane giocato a basket e soprattutto a pallamano, ho iniziato a giocare a calcetto a 39 anni. Quindi non ho mai veramente avuto i fondamentali del calcetto. Mi salvavo col fiato e la grinta e con una buona visione del gioco e della posizione. Ho sempre giocato sulle fasce”.
Qual è il segreto della longevità per il Prost?
“Sicuramente il segreto sta nella nostra grande e lunga amicizia (come dicevo, il nucleo storico è di ex giocatori di pallamano, con alcuni ci conosciamo da oltre 45 anni…), Ma il segreto credo anche stia nella storica capacità di accettazione delle diversità: infatti nella squadra convivono età diverse, convinzioni politiche diverse, interessi e capacità diverse. Senza che per questo sia mai venuto meno il reciproco rispetto, la stima e l’amicizia. Certo, a volte ci può essere qualche screzio, ma finora siamo sempre riusciti a ricomporlo senza traumi. Chiaramente, come in tutte le associazioni, c’è sempre un nucleo “duro” che traina, che si impegna di più. Ma questo non ha mai compromesso il clima generale ed è sempre un vero piacere trovarsi, anche al di fuori dell’ambiente del calcetto”.
Ora che sei presidente farai tesoro delle esperienze da giocatore per porti quali obiettivi?
“Come prima accennavo, le mie esperienze da giocatore di calcetto non posso certo dire siano state significative in generale. In ogni caso, il mio obbiettivo non riguarda tanto i risultati quanto la soddisfazione dei giocatori: mantenere unito un gruppo che ha piacere di giocare a calcetto ma soprattutto di stare insieme.
C’è uno o più aneddoti accaduti in questi 25 anni che ti piacerebbe raccontare?
“Ci sarebbero tanti aneddoti che potrei raccontare (dai tornei di calcetto a Barcellona e Rovigno ai vari viaggi insieme a Monaco di Baviera o in Sardegna, dalle camminate in montagna alle maratone e Per non dire delle 24 ore di Fagagna a quelle di Telethon a Udine. Ma la cosa che certamente preferisco ricordare è il “ritiro” che dal 2002 facciamo annualmente, a settembre, a Sauris per 4 giorni ci impegniamo in attività sportive (ed eno-gastronomiche) di ogni tipo: ferma restando qualche partita di calcetto, a gruppi, in base alle attitudini, facciamo dal trekking al podismo, dalla mountain bike al ciclismo. Con l’aggiunta di sauna, piscina (piccola) e molti “Prost”. Un ritiro goliardico per soli giocatori che per alcuni sono le sole vere ferie dell’anno”.
Cos’è cambiato nel calcio amatoriale, secondo te, in questi 5 lustri?
“Sicuramente è cambiata di gran lunga la quantità delle squadre e dei campionati: se non erro all’inizio eravamo 8 squadre in tutto in un solo campionato, poi con gli anni abbiamo ben superato il centinaio di squadre in più campionati. Altra cosa evidente è di certo il cambio di età: quando abbiamo iniziato eravamo trentenni che giocavano contro venti/trentenni, ora siamo cinquantenni che giocano negli over 40. Sicuramente c’entra il migliore stile di vita e la volontà di rimanere ancora fisicamente attivi. Molto comunque lo dobbiamo alla LCFC e alla sua organizzazione, che ci permette di giocare ancora”.