Si considera un pignolo, una persona che cerca la perfezione in tutto quello che fa: nella vita privata, nel lavoro, nello sport. Silvio Della Vedova è una persona a cui piace avere tutto sotto controllo, uno che difficilmente perde di vista l’obiettivo che si è prefisso. Spesso pretende lo stesso dalle persone che lo circondano e questo, a volte, è un aspetto del suo carattere che può risultare fastidioso.
Essere “un perfettino” spesso lo ha messo al riparo da cattive sorprese, gli ha regalato anche molte soddisfazioni, ma talvolta gli ha creato incomprensioni. Anche se la perfezione è un utopia, cercare di raggiungerla aiuta a crescere, può essere uno stimolo a migliorare e, organizzazione e metodo possono essere un trampolino di lancio verso qualche progetto a cui si tiene. Come quello con l’Amasanda 86, associazione di cui fa parte dal 1989 e con la quale sta ancora condividendo il suo cammino sportivo. Fino al 2022 ha fornito il suo apporto prima come giocatore e dirigente, ma ora, dopo un infortunio occorsogli a ottobre 2022, ha dovuto dovuto interrompere ogni attività. Ora però l’attesa per il rientro è quasi finita e Silvio sta scaldando mente e corpo per dedicarsi a tennis, calcetto e footgolf, alcune delle sue attività predilette. Nel frattempo si interessa ad un’altra sua passione: la partita di carte al bar con gli amici. Un momento di puro svago dove Silvio recupera le energie necessarie per rituffarsi a pieno ritmo nel fantasioso mondo dello sport amatoriale.
Sei da tanti anni nel circuito amatoriale della Lcfc: C’è un aspetto organizzativo che vorresti migliorare?
“Si potrebbe ripristinare un contatto telefonico, anche solo due ore a settimana. In particolare per le questioni che risultano complicate da risolvere via mail”.
La formula del campionato di quest’anno è stata dettata dalla paura che si ripresentasse il Covid. Secondo te, per un campionato come quello dei Senatori, quale sarebbe la formula ideale?
“Personalmente ritengo che la formula all’italiana con partite di andata e ritorno sarebbe perfetta”.
In campionato, soprattutto in certe gare, avete dimostrato di avere buone potenzialità. Cosa vi manca per lottare per il vertice?
“Purtroppo abbiamo molti giocatori che sono tesserati anche con altre squadre e questo non ci permette di schierare sempre la formazione ideale”.
Quali sono gli uomini spogliatoio, quelli che trascinano il gruppo anche nei momenti di difficoltà?
“Abbiamo un gruppo fantastico. Basti pensare che a tutt’oggi abbiamo in lista diversi giocatori che hanno fondato la squadra nel 1986 e ne fanno parte da sempre. Senza contare che una mezza dozzina di giocatori della formazione che ha vinto la Coppa Over ’35 nella stagione 2003/2004 gioca ancora con noi. Chi entra nell’Amasanda’86 difficilmente l’abbandona”.
Obiettivi a medio/lungo termine dell’Amasanda 86?
“Ci siamo aggiudicati il titolo del primo campionato Over 50 (anche se vi hanno partecipato solo 4 squadre); non mi dispiacerebbe fare il bis. Per ora ci accontentiamo degli ottimi piazzamenti in coppa amatori, classifica che ci ha sempre visti nelle prime posizioni”.
Ci sono dei personaggi in ambito amatoriale che ammiri?
“Ho sempre ammirato gli atleti che ammettono un proprio fallo o un fuorigioco, e fermano l’azione anche se l’arbitro non ha fischiato. Quelli sono i veri amatori”.
Un tuo sogno sportivo?
“L’ho già realizzato: sono uno dell’Amasanda’86”.