Tutto fa pensare a una giornata di festa con Sacile e Galli che arrivano alla finale della Coppe delle Coppe dopo aver vinto rispettivamente la Coppa Noncello e la Coppa Collinare. E invece finisce con un finale incandescente condito da una rissa deplorevole e disonorevole per gli stessi protagonisti, dopo che la partita era stata giocata a viso aperto da entrambe. La sfida era ancorata sul punteggio di 1-1 quando mancano pochi secondi alla fine.
L’episodio che scatena la rissa finale nasce nei minuti di recupero da una punizione dalla tre quarti del Sacile. La palla, scodellata in area è respinta dalla difesa dei Galli, arriva sui piedi di Scarpin che la difende ma subisce un fallo da Stafa che poi, con un fendente, gonfia il sacco. Il gol viene annullato, il Sacile contesta al direttore di gara di aver fischiato in ritardo, e qui tanti perdono la testa rendendosi artefici di gesti antisportivi che non vorremmo vedere mai. All’arbitro non rimane quindi altro che interrompere la gara.
Invece di celebrare il fair play e lo spirito di sana competizione, le due squadre macchiano la conclusione di una gara equilibrata con una rissa che rappresenta la negazione di tutti i valori dello sport. La violenza infatti non ha proprio nulla a che fare con lo sport.
La LCFC, considerato quando accaduto, ha deciso di non premiare nessuno. Ora la parola spetta al giudice disciplinare.