Il calcio l’ha sempre amato, lo sport in generale lo coinvolge e lo appassiona. Dopo quindici anni tra i dilettanti (i migliori anni li ha vissuta a Corva tra la prima categoria e la promozione), da tre è passato al calcio alternativo.
La scelta dettata da una sorta di voglia di libertà, da un momento in cui ha capito che gli affetti andavano seguiti con maggiore costanza e che il calcio amatoriale avrebbe potuto accontentare la sua voglia di rimanere un attore protagonista e avere più tempo libero. E così Massimo Papaiz, anche spinto da alcuni amici, passa al Real Prodolone. In quel gruppo è un pilastro difensivo, uno che sa mettere il piede con i tempi giusti, uno che sa iniettare al reparto difensivo tenacia ed agonismo. Lui che ha studiato grafica, è una sorta di web designer della difesa, un giocatore a cui piace giocare la palla, che mette la sua esperienza al servizio della squadra sia quando gioca da centrale difensivo o quando gli viene chiesto di fare il terzino. Se fuori dal campo ha un carattere introverso e chiuso, sul tappeto verde si trasforma. Il suo alter ego si palesa, una sorta di dott. Jekyll e mister Hyde in versione calcistica, e Massimo diventa una persona sicura di se, che non molla un centimetro senza regalare (sportivamente) nulla a nessuno. Ma la sua passione lo porta a mettersi anche a disposizione della squadra in altri ambiti, tanto che Massimo si spende anche nella gestione dei social e della comunicazione.
Che esperienze calcistiche avete in rosa?
“La nostra rosa è abbastanza varia per esperienze calcistiche, c’è qualche ex categoria recente e qualcuno più datato…e tanti che magari si sono fermati al livello giovanile senza mai proseguire con la prima squadra”.
Qual’è l’età media della vostra formazione?
“Bella domanda, onestamente dovrei prendere la calcolatrice per esserne sicuro…ma credo sia sui 30 anni. Abbiamo qualche giovinastro…ma la maggior parte va dai 27 ai 35 se non erro”.
Quali caratteristiche pensate di possedere?
“Siamo una squadra che gioca bene negli spazi ampi tanto che molti dei nostri goal solitamente provengono dagli esterni di centrocampo o da veloci azioni di contropiede. Inoltre abbiamo una difesa solida che cerca di giocarla il più possibile senza buttare via troppi palloni”.
Quale ritieni sia punto di forza del Real Prodolone?
“Ritengo sia la solidità del gruppo. Come ci è già stato fatto notare dal mister, non ci sono prime donne in squadra, non rientra nel DNA del Real averne. Non funzionerebbero. In campo tutti sono allo stesso livello e non ci sono “fenomeni”.
E’ vero che dopo l’esperienza nei dilettanti volevi “darti” al tennis?
“ Si, ci ho pensato. Dopo la conclusione della mia carriera tra i dilettanti, Inizialmente volevo buttarmi sul tennis, ma appena è arrivato settembre e i campionati stavano per partire… non ce l’ho più fatta e tramite amici sono sbarcato al Real. Impossibile stare senza calcio”.
Nella tua vita sportiva c’è una cosa che hai fatto e non vorresti più ripetere?
“Forse potrei pentirmi per qualcosa che NON ho fatto, come ad esempio mettermi in gioco in qualche squadra di categoria superiore quando ero più giovane. Ma in generale ho sempre vissuto il calcio e lo sport serenamente e senza troppi rimpianti, anche perché ogni stagione bella o brutta che sia stata mi ha insegnato qualcosa di utile”.
Qual è il tuo peggior vizio calcistico?
“Forse il pretendere che tutti sposino la mia idea di calcio in campo. Faccio fatica ad accettare che la gente la pensi diversamente da me e che giochi in maniera differente da come io farei”. Chiaramente non faccio il professore, ma se c’è da dire la mia o dare qualche consiglio lo dico apertamente”.
Il libro che porteresti sempre con te?
“Più che il libro potrei dirti un fumetto, non sono un gran mangiatore di libri. Di Tex ne ho letti una vagonata da bambino e, anche oggi, se ho tempo, non disdegno questa lettura. Mi ha sempre affascinato la semplicità con cui il protagonista riusciva ad affrontare e risolvere i suoi problemi”.
Tu sei un grafico. Secondo il tuo parere professionale cosa deve fare la LCFC per migliorare la sua visibilità?
“So che non è facile ma sarebbe bello foste più presenti fisicamente in campo con video interviste dei protagonisti e highlights. Per quanto riguarda l’applicazione ritengo sia fatta molto bene e come navigabilità non ha nulla da invidiare a quelle dedicate al calcio dilettantistico”.