Lavorando in un acciaieria si è temprato alle varie temperature della vita riuscendo a resistere e costruendo intorno a se un ambiente sereno. Ci sono stati momenti difficili, attimi in cui bisognava rimboccarsi le maniche ma con grande forza di volontà e pazienza è riuscito a superarli. Ora che è in pensione, Ranieri Beltrame può godersi i suoi hobby, può concentrarsi esclusivamente sulla sua vita personale. E’ appassionato di camminate all’aperto, luoghi dove può distendere i suoi pensieri, respirare aria di libertà e ammirare le meraviglie della natura, di fronte alle quali rimane incantato. Un uomo sensibile ma deciso, che ha fatto della sua forza interiore una sorta di guida che gli ha dato consapevolezza delle sue potenzialità e lo ha condotto sulla strada della concretezza. Percorso che ha fatto anche nel settore arbitrale della Lcfc dove, da anni, è una pedina fondamentale. D’altronde arbitrare per lui non è un peso, anzi. E’ un momento ludico che lo fa sentire felice e attivo in un panorama sportivo che lui apprezza e in cui vuole rimanere ancora a lungo.
L’arbitro è sempre soggetto al giudizio degli altri. Quando arbitri questo aspetto ti condiziona o sei sempre sicuro delle tue decisioni?
“Al 99% prendo le decisioni in maniera serena senza farmi condizionare. Però va anche detto che c’è sempre la possibilità di commettere qualche errore. Se me ne rendo conto cambio la mia decisione e ammetto l’errore che ho fatto”
Tu arbitri calcio a 5. Una scelta dovuta a…..
“Inizialmente arbitravo anche il calcio a 11, poi qualche acciacco fisico (ginocchio) mi ha costretto a rivalutare alcuni aspetti. Pur di non abbandonare l’attività mi sono dedicato al calcio a 5, disciplina che arbitro con grande passione”
Quanta fiducia in se stesso deve avere un buon arbitro?
“ La fiducia deriva anche da come sei preparato. Se ha piena consapevolezza della tua competenza sei più sicuro di te e le decisioni che prendi sono certificate da una buona conoscenza dei regolamenti. Poi esiste anche il buon senso, dote che devi applicare in qualche momento particolare della partita”.
In campo sportivo cosa ti genera sofferenza?
“Non poter fare quello che facevo una volta. L’età avanza e bisogna adeguarsi e gestirsi di conseguenza”.
Quali sono le migliori emozioni che hai vissuto nello sport?
“Essere riuscito ad andare fare finali nazionali di calcio a 11 a Sportilia. Mi reputavo un arbitro normale ed essere chiamato, assieme a qualche mio collega, a rappresentare gli arbitri amatoriali del Friuli è stata un esperienza bellissima che mi ha arricchito e mi ha inorgoglito” .
Qual è l’ultimo regalo che hai fatto?
“Un completo (maglia e pantaloncini), di una particolare marca, a mio figlio per il suo compleanno”.
Se la tua vita fosse un film, come la intitoleresti?
“Titoli ce ne sarebbero tanti. Diciamo che fino a qualche tempo fa avrei scelto un film di guerra per alcuni vicissitudini personali che mi facevano combattere alla ricerca della serenità. Oggi, invece, considerato che la mia situazione è più tranquilla, sceglierei una commedia divertente”.
Se potessi riavvolgere il nastro della tua vita c’è qualcosa che non rifaresti?
“Ogni scelta che ho affrontato è stata ponderata per cui ritengo di non aver nessun rimpianto”.