Tobia Ligovich è un uomo dalle mille sfaccettature, un mix perfetto tra manualità e creatività. Di giorno, lo si può trovare sul tetto di un palazzo, intento a riparare una grondaia o a installare un nuovo impianto idraulico. Ma non fatevi ingannare dalla sua tuta da lavoro, perché dietro quel volto abbronzato si nasconde un animo sensibile e appassionato.
“Mi ritengo una persona simpatica ed educata”, afferma sorridendo. E in effetti, la sua cordialità è innegabile. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua versatilità. Oltre al lavoro di lattoniere, che svolge con dedizione da anni, coltiva due grandi passioni: il calcio e la musica.
Il calcio è più di una semplice passione per Tobia. È un veicolo per l’integrazione, un modo per dimostrare che tutti, indipendentemente dalle proprie abilità, possono trovare un posto in campo. Ha sempre creduto nel potere unificante di questo sport e, anche per questo, cerca di contribuire a creare ambienti inclusivi dove tutti possano esprimersi secondo le proprie capacità e potenzialità.
“L’altra mia grande passione è la musica, pur non praticandola”, aggiunge con un pizzico di nostalgia.
Tobia è un esempio di come si possano conciliare passioni apparentemente diverse. La sua storia ci insegna che ognuno di noi può coltivare i propri interessi, indipendentemente dal proprio lavoro o dalle proprie abilità. E che, alla fine, ciò che conta è seguire i propri sogni e vivere la vita con entusiasmo.
Tu fai parte anche di una squadra di calcio a 5 iscritta al Friuli Collinare e contemporaneamente stai abbracciando anche il calcio a 5 inclusivo. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo percorso?
Sono venuto a conoscenza della squadra di calcio a 5 inclusivo ASD Dynamic Club 2023 in modo del tutto casuale, grazie a Luca Taviani, un mio caro amico, compagno di squadra e persona davvero splendida, che dallo scorso anno fa parte della Dynamic.
Intorno a marzo 2024, insieme al mio amico Matteo Pianta (capitano del River Platano), abbiamo deciso di realizzare un video con la squadra del River Platano, con l’obiettivo di abbinarlo a una raccolta fondi, donando il ricavato a un’associazione del territorio.
Parlando con Luca, sapendo della sua partecipazione al calcio a 5 inclusivo, gli ho chiesto cosa ne pensasse e se fosse possibile coinvolgerlo nel nostro progetto. Lui mi ha parlato entusiasta di quello che facevano e mi ha proposto di venire a provare un allenamento. Così, insieme alla mia compagna, Miriam, insegnante di sostegno e già familiarizzata con queste attività avendo degli allievi nella squadra Dynamic Club, abbiamo deciso di andare a scoprire questo nuovo modo di intendere il futsal.
Sono rimasto completamente affascinato dall’atmosfera della squadra e dalla dedizione e passione con cui Luca Morassi (responsabile e fondatore della squadra) e la sua compagna Sara, insieme ad altri collaboratori, si dedicano a offrire un’opportunità a persone che, per varie ragioni, non possono giocare in squadre o competizioni ufficiali. Questo mi ha spinto a chiedere di poter entrare a far parte della squadra e di tesserarmi ufficialmente.”
State costruendo una rete di collaborazioni con altre realtà del territorio per sostenere questo progetto?
“Stiamo cercando di costruire collaborazioni con altre realtà e aziende del territorio friulano che ci sostengano sia economicamente sia offrendoci esperienze per i ragazzi. Vorremmo creare attività parallele a quelle sportive per far provare esperienze nuove a ragazzi a cui queste non sono facilmente accessibili, come ad esempio gite fuori porta, laboratori manuali presso aziende che lavorano con la farina, o ancora attività di pet therapy con addestratori della zona. Siamo inoltre impegnati in collaborazioni con altre associazioni sportive per organizzare open day in varie zone del Friuli-Venezia Giulia. Queste attività continueranno in base alla richiesta delle società sportive che si avvicineranno a noi.”
Quali sono i prossimi obiettivi e le sfide che si pone per far crescere ulteriormente il calcio inclusivo nella sua realtà?
“I prossimi obiettivi saranno sicuramente riuscire a organizzare un campionato regionale, creare corsi di allenatore e di arbitro e, per quanto riguarda la nostra piccola realtà, continuare a crescere numericamente, avvicinando anche le donne, perché al momento la quota rosa è davvero difficile da raggiungere.”
Come sono strutturati gli allenamenti per le squadre di calcio a 5 inclusivo?
“Ci alleniamo due volte a settimana. Un allenamento è incentrato sul miglioramento individuale, a livello fisico e coordinativo, sulla creazione del gruppo squadra, sull’inserimento dei nuovi arrivati e sull’insegnamento dei valori dello sport. L’altro allenamento, invece, è focalizzato sulla partita, ovvero sulle tattiche di gioco”.
“Quali sono gli aspetti tecnici e quelli relazionali che vengono maggiormente curati?
“A livello relazionale, le persone normodotate si avvicinano alla disabilità, affrontando queste difficoltà in modo diverso, superando i pregiudizi e scoprendo nuove abilità a livello umano. Per i ragazzi con difficoltà sociali o relazionali, questi sono momenti di aggregazione in cui le barriere vengono abbattute. Siamo tutti atleti dove non si vedono le difficoltà, ma si celebra il divertimento, la condivisione, lo scherzo e il sorriso, esperienze che per alcuni ragazzi sono completamente nuove o addirittura impensabili fino a poco tempo fa.
Con il River Platano abbiamo organizzato una raccolta fondi girando un video con lo scopo di mostrare cosa significa far parte di una squadra e quanto sia importante per il benessere fisico e mentale, con la speranza di permettere tutto questo anche a coloro che, a causa di disabilità fisiche o cognitive, non hanno ancora avuto questa opportunità”.