Stefano Marcon, dopo aver giocato nei dilettanti, nel 2009 sposa la causa amatoriale. Lo fa con gli Am. Visinale (in foto) dove, negli anni, ricopre i ruoli di allenatore e dirigente. Il suo lavoro di bancario lo impegna molto e il tempo che può ritagliarsi per hobby e passioni è poco. Lassi temporali che dedica in primis alla famiglia e poi agli am. Visinale, gruppo in cui si sta cercando di trovare un amalgama che possa far crescere nel tempo la squadra, sia sotto l’aspetto sportivo che quello dell’amicizia. E Stefano, quando c’è la necessita di seguire un idea, grazie anche al suo carattere collaborativo, non si tira indietro, cercando di essere parte attiva nella costruzione di un progetto che possa essere durevole.
Per te il calcio è…
“Prima di tutto divertimento ma anche sfida, voglia di migliorarsi e di dare il massimo durante la partita; poi, qualunque sia il risultato, si beve qualcosa insieme”.
Quali sono gli aspetti negativi del calcio che ti fanno arrabbiare?
“Ai nostri livelli non ce ne sono, se guardiamo al calcio professionistico sicuramente tutto quello che succede fuori dal campo: violenza, polemiche, stipendi”.
Nel vostro gruppo chi è che tiene alto il morale quando le cose non vanno come vorreste?
“L’anima della nostra squadra è il presidente Berton Tomas che sin dal primo anno (2009) è sempre stata la persona che ha tenuto insieme il gruppo e ci ha dato la spinta sia nei momenti belli che in quelli difficili; poi dobbiamo assolutamente citare Antonio Vecchies e Rudy Trentin che oggi sono i tuttofare dietro le quinte”.
Degli am. Visinale dicono che giochino bene ma sono troppo discontinui nelle prestazioni. Secondo te quali sono le motivazioni di questi risultati altalenanti?
“Non siamo tra le squadre più giovani del torneo; molti sono con noi da più di 10 anni e questo comincia a farsi sentire, perché a volte si arriva al campo stanchi dalla giornata e non è facile trovare sempre le energie per dare del nostro meglio”.
Ogni inizio stagione ogni squadra si pone un obiettivo? Qual’è il vostro?
“Quest’anno avevamo un nuovo mister e alcuni ragazzi nuovi, quindi non ci siamo posti obiettivi, ritenendolo un anno di conoscenza per gettare le basi per l’anno prossimo. Il vero obiettivo era cementare il gruppo”.
Cosa ammiri di più del mondo amatoriale?
“Qui è pura passione; a volte mi chiedo cosa dia l’energia a chi ha lavorato tutto il giorno, di mettersi in gioco la sera; poi a questi livelli il gruppo che si crea è spesso la vera forza della squadra”.
Vi piace la formula del campionato?
“La LCFC sta facendo un ottimo lavoro nel gestire il campionato. La formula ci piace”.
C’è un avversario che, per capacità tecniche, soffrite maggiormente?
“Ce la siamo sempre giocata con tutti, anche perché secondo me il livello del girone era abbastanza omogeneo, poi è ovvio che se il Prodolone ha vinto, aveva qualcosa di più; la nostra bestia nera quest’anno è stata l’Aviano, del quale abbiamo sicuramente sofferto la fisicità”.
Finora che bilancio faresti della stagione?
“Come detto, sarebbe dovuta essere una stagione di assestamento e preparazione per i prossimi anni. Siamo cresciuti a livello di gioco e di atteggiamento in campo, anche se a volte i risultati non ci hanno dato ragione; comunque la riteniamo positiva e siamo convinti che l’anno prossimo raccoglieremo i frutti dell’ottimo lavoro fatto da mister Tomi quest’anno”.
