Eletto da qualche mese, il presidente della Libertas Andrea Pantano ha una visione innovativa dell’Ente. Le sue idee sono quelle di rinforzare le fondamenta con volontà e determinazione, cercando di rinnovare e valorizzare le attività dei territori. La Libertas ha una grande storia alle spalle e il nuovo presidente ha l’intenzione di mantenere l’aspetto valoriale cercando di far crescere anche discipline che fino ad oggi non erano al centro del progetto. Una di queste è il calcio, settore che sta muovendo i primi passi e su cui Pantano crede molto. Lo abbiamo intervistato durante le premiazioni del primo campionato nazionale di calcio disputato dal 8 all’ 11 settembre a Rimini.
Presidente, che tipo di attività fa la Libertas a livello nazionale e quali sono gli sport prevalenti in questo momento?
“La Libertas si muove a 360 gradi su tutti gli sport previsti in ambito CONI e anche in attività olistiche. Noi siamo forti sicuramente nel calcio, soprattutto in Friuli, Sicilia, Campania e Lombardia, disciplina a cui stiamo cercando di dare maggiore importanza, ma abbiamo grandi riscontri in moltissime discipline tra cui equitazione, cinofilia, ginnastica artistica e ritmica e tennis”.
Quest’anno è stata la prima edizione del campionato nazionale di calcio. Consapevoli che c’è stata qualche criticità, c’è la volontà di creare una struttura che possa diventare un fiore all’occhiello?
“Ho dato parecchio impulso ai campionati nazionali perchè è un attività in cui credo. Concetto base per tutte le discipline è la volontà di svilupparci in tutti i territori con i campionati regionali per poi arrivare alle finali nazionali. Nel nostro caso parliamo di calcio, disciplina in cui ci stiamo impegnando parecchio e dove abbiamo organizzato, per la prima volta, un campionato italiano che ora vorrei venisse realizzato ogni anno. Stiamo studiando le soluzioni ma, come in tutte le cose, per crescere ci vuole tempo”.
Qual’è la politica sportiva che Andrea Pantano vuole portare alla Libertas?
“L’obiettivo è quello di crescere qualitativamente, di aumentare i numeri partendo dalla base, puntando sui giovani. Se partiremo dai giovani avremo anche la possibilità di avere, oltre che la garanzia di una dirigenza che duri nel tempo, dei futuri campioni”.