Peccato non aver potuto vedere all’opera la Pol. Bibione contro i vicecampioni regionali e nazionali Csen dello Ziracco. Sarebbe stata una partita in cui si sarebbero potute scoprire altre carte, capire se i lagunari avessero le capacità per puntare al titolo. Era la sfida decisiva del girone e l’attesa per questa gara era palpabile. E invece impegni di lavoro di molti elementi della rosa del Bibione hanno impedito ai lagunari di scendere in campo, di alimentare un sogno che fino al turno precedente viveva nei cuori veneti. La ragione ha dovuto far spazio alla passione, e la dolorosa rinuncia si è compiuta. La gara è vinta a tavolino dallo Ziracco che, senza faticare, vola in semifinale. Ma veniamo ai fatti. La Pol. Bibione annovera tra le sue fila moltissimi lavoratori stagionali. Ora che la stagione estiva è ufficialmente aperta, le giornate di gara che vanno dal venerdi alla domenica, sono proibitive per i ragazzi di Bibione. I lagunari avevano chiesto il posticipo ma lo Ziracco non ha potuto accontentare le loro istanze. Il motivo si annida nel fatto che il team di Ziracco, impegnato oltre che in campionato, anche nelle fase finali degli Over 40 e della Coppa Friuli, avrebbe avuto anche difficoltà nel reperire il terreno di gioco. Ma non solo. I tempi brevi per recuperare la gara, associati alla regola che prevede che un atleta non può giocare nelle 24 ore successive a una gara, valutato che molti tesserati sono impegnati su più fronti, avrebbe portato grosse difficoltà a reperire la rosa da schierare. Insomma una matassa, considerati i tempi ristretti, difficile da sbrogliare. >>Resta l’amarezza per non aver potuto trovare una soluzione – racconta lo ziracchese Bigotti . A noi non interessa vincere in questo modo ma, oggettivamente, nonostante la nostra volontà, non c’era margine per trovare una soluzione che accontentasse le esigenze di entrambe>>.
Per puro diritto di cronaca diciamo anche che l’uscita di scena dell’unica compagine proveniente dalla Terza Categoria tranquillizza anche il San Lorenzo, quint’ultima classificata nella massima serie. Questo perché, nel caso che il campionato lo avesse vinto una formazione partecipante a una categoria inferiore,il regolamento prevedeva che essa fosse promossa direttamente nella massima serie, mentre l’ultima delle non retrocesse sarebbe indietreggiata nella categoria inferiore.
In semifinale troviamo anche il Flaibano, lesto a consegnare disco rosso alla Latteria Tricesimo dopo una sfida dalle mille sfaccettature. Flaibano ha trovato i punti qualificazione grazie alla maggior caratura tecnica dei suoi uomini, soprattutto nella zona nevralgica del campo, ma i reds locali, che recriminano per un rigore dubbio non fischiato dall’arbitro sullo 0-1, non hanno demeritato. Anzi. Pur in formazione rimaneggiata hanno provato a giocare, dopo il primo svantaggio, hanno sfiorato in un paio di occasioni il pareggio. Ma il Flaibano, sornione, approfittando di qualche spazio lasciato dai locali, si è portato sullo 0-3 con la doppietta di Dimitri Zuttion e il sigillo di Marco Di Bin. Il team di mister Baiutti, nonostante il passivo, non ha mai mollato. Anzi nel finale, spinto dall’orgoglio e dal carattere, nel lasso di cinque minuti, ha accorciato le distanze. Prima con una punizione alla Baggio di capitan Claudio De Agostini e poi, in mischia, con Alessandro Oggian. Ma ormai le lancette del cronometro scorrevano inesorabili e il triplice fischio era nell’aria. Ai locali, che perdono per infortunio anche Calcinoni (auguri di pronta guarigione) resta il rammarico di essere arrivati a questo punto in formazione rabberciata pur consci di aver disputato un gran campionato, mentre al Flaibano non rimane, considerato anche il valore dei suoi uomini, di porsi l’obiettivo del titolo.
Chiudono con un pareggio Campeglio e Farla. Il loro cammino nel girone eliminatorio non era sicuramente facile visto che opposto hanno trovato i campioni regionali del Thermokey, squadra che ha ottenuto il pass per la semifinale. Ed è sfumato anche il sogno della Brigata Cargnacco che, pur avendo la possibilità di poter giocare per due risultati su tre, è stata travolta da un Corno in grande spolvero: lo hanno stabilito la tripletta di Sasa Dinic e i timbri di Andrea Cappelletti e Raffaele Tommasin… Chiamatelo Cornociclone.
Paolo Comini
Pubblicato anche su Tremila Sport del 10/06/2011