Edoardo è uno sportivo a 360 gradi. Il suo sport principale è lo sci alpino, disciplina che pratica da quando aveva dodici anni e in cui gareggia in tutte le sue categorie (dallo slalom al super gigante). Qui ha acquisito capacità tecniche, coraggio e determinazione, ha forse trovato anche una forza mentale che lo spinge a mettersi in gioco, a cercare sempre nuovi stimoli.
La sua passione per lo sport va anche oltre lo sci, la sua capacità di adattamento lo spinge ad accettare una nuova sfida: allenare una squadra di hockey a rotelle. Per quasi 10 anni, Edoardo mette a frutto le sue doti organizzative e tecniche, contribuendo alla crescita della squadra e imparando a pianificare alcuni aspetti quali la definizione degli obiettivi, la gestione dei conflitti, la gestione delle risorse. Compito sicuramente arduo ma che ha portato a termine con buoni frutti.
Ma la sua voglia di sport non si esaurisce. Alla ricerca di un’attività fisica che lo divertisse e lo stimolasse, Edoardo scopre il calcio camminato. Uno sport che lo conquista fin da subito, grazie alla sua dinamicità e al suo spirito di squadra. “Non ho mai amato gli allenamenti in palestra o il nuoto”, racconta Edoardo. “Mi mancava il confronto tecnico, il fare gruppo. Nel calcio camminato ha ritrovato tutto questo, senza contare che questa disciplina gli consente di mettere in campo preparazione tecnica, agonismo, divertimento e socializzazione.
Come è nata l’idea di creare una squadra di Walking Football nella vostra comunità?”
“L’idea è nata tempo fa da un’iniziativa UISP. L’ho apprezzata immediatamente perché l’allenamento, sin da subito, non si focalizzava esclusivamente sul calcio, ma era strutturato in due parti: la prima dedicata alla preparazione fisica e la seconda al divertimento di giocare a calcio in sicurezza.”
Promuovete l’inclusione all’interno della vostra squadra? Se si in che modo?
“L’inclusione è uno dei pilastri della nostra filosofia. Per questo motivo, abbiamo sempre promosso questa disciplina come uno sport per coppie, tanto che il 30% dei nostri atleti è di sesso femminile.”
Come gestite l’equilibrio tra competizione e divertimento all’interno della squadra?
“Il divertimento è la nostra priorità. Per questo motivo, sia durante gli allenamenti che nelle partite amichevoli, incoraggiamo la partecipazione e il divertimento di tutti. Naturalmente, il divertimento aumenta quando si gioca bene e si vince, e questo ha portato i partecipanti a sviluppare un nuovo obiettivo: la crescita tecnica e tattica.”
Fra poco inizierà un torneo regionale organizzato dalla Lega Calcio Friuli Collinare, come vedi il futuro del Walking Football in regione?”
“Siamo tutti entusiasti di questa iniziativa, a lungo attesa e finalmente realizzata. Siamo convinti che sarà un successo e che contribuirà a promuovere questo movimento. Tuttavia, è fondamentale non perdere di vista i principi che ne hanno ispirato la nascita. In altre realtà, ho purtroppo constatato come l’agonismo abbia preso il sopravvento, emarginando i meno esperti e, soprattutto, le donne.”
Con quali obiettivi affronterete questa nuova sfida?
““Vogliamo soprattutto aiutare a migliorare chi è meno bravo, giocando anche fuori dal nostro piccolo gruppo. L’importante è che tutti possano giocare e divertirsi.”
Quali consigli daresti a chi vuole avviare una squadra di Walking Football?”
“Se volete avviare una squadra, il mio consiglio è di organizzare bene le attività. Prima di tutto, pensate all’allenamento fisico per evitare infortuni che, alla nostra età, ci mettono tanto a guarire. Ci vuole qualcuno che se ne intenda a guidare gli allenamenti, così che non siano troppo pesanti. Poi c’è la parte tecnica e, per finire, la partitella. E non dimenticate l’inclusione: le mogli e le amiche sono fondamentali per creare un bel gruppo e farlo durare nel tempo.”