È andata in scena sabato 29 marzo, sul glorioso rettangolo verde di Cerneglons, quella che passerà alla storia come “La gentile mattanza dei quarti di finale”. Protagonisti indiscussi i ragazzi del Cerneglons48 e del Virtus & Old Friends, due squadre di “giovanotti” over 50 pronti a dimostrare che l’età è solo un numero (e l’artrosi solo un dettaglio o quasi).
Sin dai primi minuti è apparso chiaro che tra i padroni di casa dell’Inferno (categoria, non destinazione finale) e gli ospiti ci fosse una piccola, trascurabile differenza: saper giocare a calcio. I Virtus, intrappolati nella propria metà campo come turisti in un labirinto, hanno contemplato con ammirazione le geometrie del Cerneglons.
La retroguardia locale, capitanata dal sempreverde Alberto Bertolano – che a 50+ anni continua a muoversi come un ventenne – ha respinto ogni tentativo offensivo degli ospiti con la stessa facilità con cui si rifiuta un secondo giro di grappa a fine cena.
Il bomber Adnan Dzaferovic, con la fame di gol di chi ha saltato la colazione ma con la schiena a pezzi, ha aperto le danze con una rete che ha fatto sobbalzare i tre tifosi presenti sugli spalti. Sulla fascia destra, Massimo Cafarelli sfrecciava come un treno regionale (fermando a tutte le stazioni), cercando un’intesa con super Andrea Pilosio che, evidentemente, sintonizzava su un’altra frequenza. Ma quando ha trovato il pallonetto giusto, Pilosio ha dimostrato che i portieri avversari possono essere ingannati anche senza l’uso di stregonerie.
Prima dell’intervallo, “giamburrasca” Marco Croatto – così soprannominato per la sua delicatezza nei rapporti interpersonali in campo, simile a quella di un bisonte nella cristalleria – ha calato il tris, mandando in estasi il pubblico (composto ormai da quattro persone, grazie all’arrivo del custode del campo).
Nella ripresa, Mister Bonati, con la saggezza di chi sa che tutti devono tornare a casa senza mugugni, ha dato spazio alla panchina, dove alcuni giocatori iniziavano a mettere radici. Dzaferovic, non pago, ha firmato il poker, prima che il Cerneglons entrasse in modalità “pennichella domenicale”, concedendo al Virtus un gol di Del Degan Emanuel, accolto dalla squadra ospite come se avessero vinto il Mondiale.
Le urla di Mister Maurizio Bonati, udibili fino al paese vicino, hanno risvegliato Andrea Mecchia dal suo torpore, portando a cinque le reti. Topan Nicola del Virtus ha poi scagliato un tiro così improbabile che persino Roberto Mancuso, il portiere di casa, ha deciso di far finta di non vederlo, per pura cortesia.
Nel finale, con l’ingresso di “forze fresche” (termine usato con generosa licenza poetica), Loris Gorizzizzo, Gianni Graneri “piede atomico” e nuovamente Marco Croatto hanno gonfiato la rete come se stessero partecipando a una gara di tiro al bersaglio in cui il premio era una cassa di birra.
L’8-2 finale raccontava di valori in campo leggermente sbilanciati, come definire “leggermente umido” un tuffo nell’Oceano Atlantico. La direzione dell’arbitro Puzzoli è stata all’altezza: un puzzle di decisioni che ha lasciato tutti piacevolmente confusi.
Al triplice fischio, i valorosi guerrieri del calcio over 50 si sono ritirati per il vero momento clou della giornata: il terzo tempo, dove le tattiche riguardavano più la strategia di approccio al buffet che schemi di gioco. Perché alla fine, nella Coppa del Nonno, il vero trofeo è sempre stata l’amicizia. E la birra fresca.
Contributo di Marco Cavallo (Cerneglons 48)