I suoi hobby (pesca, ciclismo, libri, filatelia) gli hanno insegnato che per coltivare qualcosa bisogna avere pazienza e che i lavori fatti in fretta spesso portano cattivi risultati. Calma che riporta anche in campo quando arbitra, dote che gli permettere di trasmettere sensazioni positive agli atleti e, nel contempo, gli consente una gestione ottimale dell’evento. Stiamo parlando di Gerardo De Leonardis, un arbitro che si tiene sempre aggiornato sui cambiamenti regolamentari e che mai si approccia agli altri con arroganza o supponenza. Anzi, è un mite, ma sa farsi rispettare. D’altronde, essendo stato un sottufficiale dell’esercito, ha imparato il rispetto, la disciplina, l’ordine e forse anche il modo di essere autorevole. Appassionato anche di fumetti, con i quali si rilassa magari vagando con il pensiero in dimensioni fuori dalla realtà, Gerardo, oltre che essere una persona a cui piace avere tante amicizie, è anche un generoso. Sa che la vita deve essere gestita anche in funzione degli altri e per questo presta opera di volontariato dirigendo, ne è il presidente, la sezione AFDS (donatori di sangue) di Villa Vicentina.
Credi che un arbitro debba essere più autorevole o più autoritario?
“Credo che per essere autorevoli bisogna innanzitutto conoscere il regolamento per non trovarsi a disagio in qualche situazione di gioco, ma anche cercare di trasmettere fiducia e rispetto verso gli atleti”.
Il tuo piatto preferito?
“Non ho un piatto preferito, diciamo che gradisco più i piatti a base di pesce”.
Perché hai deciso di fare l’arbitro?
“Ho deciso di intraprendere il percorso arbitrale perché, un giorno di tanti anni fa, parlando con alcuni amici che come me giocavano a calcio, abbiamo pensato di provare l’esperienza di iscriverci al corso arbitri della Lega Calcio Friuli Collinare. E devo dire che è stata ed è una bella emozione”.
C’è un brano musicale che ti ha lasciato il segno?
“Ascolto quasi tutti i generi musicali, ma non ho un brano che mi ha particolarmente emozionato”.
Tu arbitri prevalentemente il calcio a 5 e sei molto più vicino ai giocatori. In questi anni è migliorato l’aspetto legato alle proteste?
“ In questi ultimi anni il livello delle proteste è rimasto uguale, sarà difficile eliminarle del tutto. Devo però dire che, quest’anno, nella metà degli incontri che ho arbitrato, ho il sentore che qualcosa stia cambiando”.
Come reagisci quando percepisci che un atleta prova a prenderti in giro?
“Fortunatamente sono state poche le occasioni che un atleta ha provato a prendermi in giro. In quei rari casi, magari con il confronto, ho sempre cercato di capire se ho sbagliato io qualcosa durante la gara per dare adito a far si che ciò accadesse”.
Il tuo pensiero sui simulatori nel calcio?
“ Arbitrando a calcio a 5 siamo vicini all’azione per cui è più facile vedere una simulazione anche se, ad onor del vero, mi sono capitati pochi casi. Cerco di stare attento nelle fasi più esaltanti di un incontro e se dovesse succedere cerco di riprendere l’atleta spiegando che simulare un fallo di gioco non è una forma di lealtà sportiva ne di rispetto”.
Cosa non sopporti nella vita privata?
“Nella mia vita privata non sopporto quelle persone che si sentono un gradino superiore a te. Le ritengo maleducate e spregevoli”.
Elencaci alcuni tuoi pregi e difetti in campo arbitrale?
“Quando arbitro cerco sempre di rispettare gli atleti sia in dentro che fuori dal campo e di avere sempre, nei limiti del possibile, un dialogo. Dialogo che, a volte, può essere un difetto perché si trovano atleti che tentano, con le parole, di portare acqua al loro mulino per trarre vantaggio in una gara”.