Il Chiasiellis è quasi una seconda pelle, una squadra che lo sta accompagnando nel suo percorso sportivo dopo che, per problemi di lavoro, ha dovuto abbandonare il calcio dilettantistico. La sua avventura inizia con i rossoblù nel 2004 dove, in veste di attaccante, sigla quasi un centinaio di gol. Un paio d’anni fa un infortunio però lo blocca, ma non placa la passione per il calcio.
Gli stimoli del campo, l’atteggiamento che lo induce a provare sempre a vincere le gare, il cercare nuovi obiettivi, la voglia di rimettersi in gioco, sono elementi di cui ha bisogno. E quando gli viene proposto di fare il mister, Alberto Gattesco, considerato anche il grande amore per i colori del Chiasiellis, pur di rimanere nel gruppo, accetta. D’altronde il ruolo gli è sempre piaciuto, lo aveva già messo in preventivo, ma avrebbe voluto provarlo solo dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Ora, che è fermo ai box, può testare l’esperienza che ha sempre desiderato anche se afferma “ il ruolo è molto più difficile di quello che pensavo, ma allo stesso tempo gratificante quando riesci a raggiungere gli obbiettivi che ti eri prefissato”. A volte si demoralizza quando perde, magari sul momento subentra una sorta di amarezza che però riesce subito a superare, a trovare lo stimolo per ripartire. Alberto, elettricista di professione, quest’anno, dopo un primo periodo difficile, anche grazie a una certa puntigliosità che lo contraddistingue in ogni ambito della vita, ha saputo trovare il filo conduttore per gestire il gruppo, ha dato la scossa al momento giusto ad una squadra che aveva potenzialità che nella prima parte di campionato non sono state espresse.
In campo amatoriale quali sono le qualità che valorizzano maggiormente un allenatore?
“Un allenatore deve saper far gruppo, questo è fondamentale. Soprattutto saper gestire uno spogliatoio che conta molti elementi, deve saper accontentare un pò tutti”.
Secondo il tuo parere come si fa a costruire un gruppo vincente in un calcio alternativo come quello degli amatori?
“La passione è alla base di tutto. Senza passione e sacrificio per quello che fai non si va da nessuna parte. Un gruppo vincente si crea lottando sempre, partendo dal primo allenamento della stagione fino all’ultima partita, è questo che ho sempre cercato di trasmettere ai miei giocatori quest’anno”.
Quali sono i giocatori (e perché) che quest’anno hanno portato un valore aggiunto alla stagione e quali quelli che non hanno dato secondo le tue aspettative?
“Non mi piace parlare del singolo giocatore, sia nel bene che nel male, perchè una squadra è composta da tanti elementi, e se vinci è sempre merito del gruppo anche se qualcuno fa la differenza”.
In questi anni c’è stato qualche ragazzo che non ha voluto condividere la vostra filosofia sportiva?
“Negli anni a Chiasiellis si è creato un gruppo di amici che va oltre lo sport, abbiamo sempre accolto tutti”.
Che tipologia di giocatore vorrebbe in squadra?
“A me piacciono i giocatori che non mollano mai, in qualsiasi ruolo. Poi ovviamente i giocatori tecnicamente dotati sono sempre ben accetti”.
Il Chiasiellis, dopo una prima parte altalenante, è esploso nel girone Salvezza. Qual è la tua valutazione per questa stagione?
“È stata una stagione difficile, perchè il salto dalla seconda categoria alla prima è molto complicato, trovi squadre molto preparate e con ottimi organici. All’inizio abbiamo sofferto ma dopo un paio di prestazioni negative abbiamo svoltato, ci siamo rimboccati le maniche, io in primis, e abbiamo iniziato ad essere sempre presenti agli a allenamenti. Questo ha fatto la differenza. Quando ti trovi ad allenarti in 16/18 giocatori poi in partita viene tutto più facile. Ho sempre messo le cose in chiaro dal primo giorno di questa stagione: chi si allena gioca di più. Questa stagione la valuto positivamente sia a carattere personale che di squadra, abbiamo centrato il nostro obbiettivo di permanenza nella categoria e questo ci riempie di orgoglio tutti”.
Che genere di libri preferisci leggere?
“Mi piacciono i libri di avventura, lo vedo come un modo per staccarti dalla vita reale e concederti qualche momento di spensieratezza”.
Come si fa in campo amatoriale a far conciliare disciplina e libertà?
“La disciplina è importante all’interno di un gruppo, che sia sportivo o di altro genere. Però un allenatore deve saper trovare un equilibrio che sia a metà tra il bastone e la carota, e non è per niente facile. Ma molto dipende dalla disponibilità dei giocatori che hai a disposizione. In un gruppo ci sono sempre delle scaramucce o qualcuno che si arrabbia, fa parte del gioco”.
Tecnicamente hai un modulo che ti piace proporre o lo gestisci in base a chi è presente?
“Di base si, ho in mente un modulo specifico di come iniziare le partite, ma poi in corso d’opera devi saper leggere bene la partita, e se richiede un cambio di modulo o un’accorgimento tattico bisogna cambiare strategia. Quest’anno diverse partite le abbiamo vinte o riprese all’ultimo facendo un cambio di modulo. Poi dipende dalla disponibilità dei giocatori che hai in squadra, e di questo non posso lamentarmi, mi hanno sempre dimostrato di essere super disponibili, anche quando ho fatto delle scelte non proprio azzeccate. In questo devo ancora migliorare, non si finisce mai di imparare”.
So che vuoi fare dei ringraziamenti.
“Esatto. Volevo ringraziare i componenti del G.S.D. Chiasiellis, tutti i giocatori, i dirigenti e soprattutto vorrei ringraziare il nostro Presidente Marco Franceschinis, che mi ha dato la possibilità di iniziare un percorso bello e intrigante come quello dell’allenatore, e il nostro capitano Livio Mauro, con cui ho condiviso mille battaglie in campo in tutti questi anni dove abbiamo giocato insieme”.