Un uomo che vive di grandi emozioni, passioni che lo catturano, lo portano ad essere, a seconda del momento, tante facce della stessa medaglia. Lui si definisce una persona forse un po difficile da interpretare, introversa ma capace di gettarsi a 360 gradi in un progetto a cui crede. La sua squadra, gli Atti Impuri, invece, lo vede come un condottiero, caparbio, a volte irascibile, ma in fondo un passionario, uno su cui si può e si deve dare credito. Stiamo parlando di Agostino De Candido, calcisticamente cresciuto nel settore giovanile del Sedegliano, società in cui, a 17 anni, ha esordito in prima squadra da difensore centrale. Forse non aveva aveva piedi di velluto ma tanta grinta e caparbietà, caratteristiche che lo aiutavano sempre a fare buone prestazioni. Una sorta di mastino che, con cattiveria agonistica, come si chiedeva al ruolo, si incollava all’avversario usando all’occorrenza anche le maniere forti. Due infortuni e impegni lavorativi ne bloccano la presenza dentro il rettangolo di gioco, ma la sua nomea di trascinatore non sfugge alla squadra amatoriale del paese che lo contatta per dargli la guida tecnica. All’inizio, in lui, impera lo scetticismo. Entrare in un mondo che conosce poco gli porta dubbi e incertezze, ma poi si rende conto che il progetto lo ispira e che è un modo per rimettersi in gioco. Accetta l’incarico. La scelta è quella giusta visto che, quest’anno, sono 25 anni che guida gli Atti Impuri.
Cosa vi ha avvicinato al mondo amatoriale?
“Gli Atti Impuri, nati ufficialmente nel 1992, anche se alcuni anni prima partecipavano ad alcuni tornei in ambito territoriale, decidono di iscriversi prima alla Coppa Friuli e, dopo alcune stagioni, al campionato collinare. La voglia di mettersi in gioco con una squadra che a quel tempo veniva vista dai più con scetticismo e incredulità (esisteva solo la figc) fu una scommessa vinta alla grande. E qui un grosso merito va ai soci fondatori”.
Ci sono delle squadre con cui avete “legato” di più?
“Gli Atti Impuri, da sempre squadra ostica e non vista benissimo dagli avversari , con il tempo si è calmata e ora possiamo dire che il clima con gli avversari è decisamente più tranquillo e solidale. Senz’altro la squadra a noi più vicina è il Palut Prissinins del presidente Ciani, con cui non ci facciamo mai mancare l’amichevole di inizio stagione con relativo terzo tempo al chiosco. Un cenno non può mancare allo Sclaunicco di Tavano, ma anche ai cugini del Drink Team Iutizzo con i quali, dopo battaglie sportive e liti, abbiamo instaurato un buon rapporto”.
Come allenatore che caratteristiche ti attribuisci?
“Cerco di creare un rapporto di amicizia con tutti, fermo restando l’impegno sul campo e qui non guardo in faccia nessuno. Uso il bastone e la carota cercando di ottimizzare al meglio tutte le componenti per il raggiungimento massimo degli obiettivi”.
Qual è il segreto della longevità degli Atti Impuri?
“Lo zoccolo duro della squadra che, oltre al sottoscritto, è composto da Rinaldi Ruggero , Rinaldi Massimo, Rinaldi Gianpaolo ed il presidente Zoratto. Una volta terminata l’attività agonistica hanno rimboccato le mani ed hanno intrapreso la carriera dirigenziale con voglia e presenza costante. In seguito si sono aggiunte nuove figure come i fratelli Cominotto, che gestiscono la parte chiosco con il supporto dello chef Adam e Minimo. Il vice presidente Di Lenarda Enrico con Zanussi , Sandron e Panigutti a completare l’organico dirigenziale L’informazione e i social sono curati da Trevisan, alias Il Cigno. Da un gruppo così ben amalgamato si riesce a reperire i calciatori per formare la squadra. Un aspetto fondamentale è rappresentato anche dalla vicinanza dell’amministrazione comunale con il sindaco Giacomuzzi in primis e l’asd Sedegliano del presidente Sava che, oltre a metterci a disposizione gli impianti sportivi nel migliore dei modi, ci supporta in altre iniziative sportive organizzate da noi” .
Quali sono i traguardi che vi siete prefissi in questa stagione?
“Il traguardo principale di questa stagione è finalizzato al recupero dei calciatori sotto l’aspetto fisico e mentale dopo due stagioni di Covid che hanno creato un subbuglio pazzesco e non preventivabile. Siamo stati bravi nel credere comunque, sin da subito, nella ripartenza e nonostante grossissime difficoltà ci siamo riusciti. Sul piano prettamente sportivo la permanenza nella categoria Oro sarebbe una grossa soddisfazione, sapendo però che il cammino sarà difficile e ostico. Noi ci proveremo con tutte le forze e sicuramente non molleremo mai”.
C’è qualche aneddot0 accaduto che ti piacerebbe raccontare?
“Una ventina d’anni fa, contro il Val Cosa a Paludea, un sabato pomeriggio uscimmo sconfitti con rischio retrocessione in agguato. Il ristorante, prenotato precedentemente, era chiuso fino alle 18.00, per cui decidemmo di fare un aperitivo. Recatisi a Travesio al bar delle Alpi, lì fu la fine o l’inizio… con la serata che proseguì fino all’alba diventando un mito per la nostra società . Tutti i partecipanti hanno un ricordo indelebile di quella serata, un pò meno le mogli e compagne. PS: a fine campionato ci salvammo “.
Cos’è cambiato nel calcio amatoriale, secondo te, dai vostri inizi ad oggi?
“Innanzitutto l’organizzazione ha fatto passi da gigante e qui va il merito a tutti i componenti della lcfc, che, con abnegazione e spirito di intraprendenza, hanno saputo creare una realtà invidiabile, forse studiata anche a livello nazionale. La parte informatica, fiore all’occhiello della LCFC, ha agevolato in maniera straordinaria i dirigenti delle società, riducendo notevolmente il lavoro sotto ogni punto di vista. Sulle squadre l’età media dei tesserati si è abbassata notevolmente, creando un tasso tecnico agonistico maggiore. Anche la classe arbitrale si è evoluta sotto ogni aspetto”.
C’è stato un momento in cui hai pensato di smettere?
“In 25 anni ci sono stati momenti esaltanti e meno, però sinceramente, ogni qual volta che ho avuto qualche pensiero strano ci hanno pensato i miei collaboratori e giocatori a rincuorarmi e farmi continuare con la voglia ed il temperamento di sempre” .
Collaborazione, partecipazione, valori su cui la Lcfc punta per far crescere il mondo amatoriale. Credi che la strada che stà perseguendo sia giusta?
“Certamente la LCFC sprona sempre le società con proposte innovative che, se inizialmente trovano difficoltà ad essere recepite, con il passare del tempo fanno parte integrante dello spirito di ogni squadra .Il compito di noi dirigenti è quello di seguirne le direttive e spronare i nostri tesserati a valorizzare lo spirito amatoriale così ben congegnato dalla lcfc”.
Il vostro più grande successo ?
“Il 29 giugno 2013 a San Giorgio di Nogaro abbiamo alzato la Coppa Friuli con un gol della nostra bandiera Rinaldi Ruggero, ora nostro direttore sportivo. Una vittoria memorabile per gli Atti Impuri dell’allora presidente Margherita Daniele che purtroppo ci ha prematuramente lasciato e a cui va sempre un pensiero di ringraziamento per quello che è stato per tutti noi”.
Un ringraziamento particolare?
“Devo ringraziare mia moglie Milly per la pazienza che mi concede per seguire i gialloblu, tempo che inevitabilmente tolgo alla famiglia” .