Elena Benedetti è una persona che abbraccia la curiosità, che adatta il pensiero a situazioni nuove e che vuole sperimentare diverse strade. Insomma, una creativa capace di non rimanere ancorata a preconcetti, ma abile a trovare soluzioni alternative. Questa mentalità l’ha acquisita girando il mondo, parlando e confrontandosi con persone di culture diverse, anche se la sua voglia di esplorare sempre terreni nuovi è nel suo DNA. Forse, inconsciamente, ha voglia di una continua ricerca che parte dalla sua interiorità fino ad arrivare a una dimensione più ampia dove porsi sempre obiettivi nuovi diventa uno stimolo che arricchisce la sua vita. Di sé dice di avere un carattere difficile e che la pubblicità di qualche anno fa, che diceva “sono una complicata donna semplice”, le calzi a pennello.
Appassionata di fotografia, disegno e arredamento (in casa cambia oggettistica per ogni stagione), ama anche musica, cinema, ballo, pittura, insomma, l’arte in generale. Ma lo spettacolo più grande, per lei, rimane la natura. La sua versatilità la ritrova anche in un lavoro che, seppur impegnativo, ama: la pasticcera. Lì può sfogarsi con creazioni, può inventare dolci e la sua soddisfazione è quella trasmessa dai clienti, pronti ad apprezzare le bontà proposte.
“A livello sportivo, a parte il nuoto, quasi obbligatorio da bambini per noi millennials, racconta Elena, ho frequentato per molti anni la palestra facendo prevalentemente macchine e corpo libero. Poi sono passata allo yoga per qualche anno, disciplina che a mio parere è la ginnastica per l’anima. Mi è sempre piaciuto giocare a calcio, sporadicamente, mai in squadra e quindi adesso è partita la nuova avventura del ‘Calcio Camminato’ con i Troncos Evolution”.
Elena, sei arrivata al terzo posto nel collaboratore d’oro. Come giudichi quest’esperienza?
“La definirei una bella avventura. Lo scorso anno ho iniziato a seguire il Lovaria fotograficamente quindi, quando mi è stato proposto ho accettato subito così univo l’utile al dilettevole, cercando di portare a casa qualche punto per la squadra!”
Le tue foto tra quelle pervenute in redazione, sono tra le migliori in assoluto. La tua passione per la fotografia da dove deriva?
“Grazie mille! Come sopra citato ho un’anima artistica e la macchina fotografica è uno strumento che mi permette di esprimere la mia creatività, per poi condividerla con chi magari non ha la possibilità di vedere certi posti o certe cose. Faccio parte del “Circolo Fotografico Zoom” di Pradamano ed è qui che, dopo il corso base, poi quelli avanzati e di post produzione, ho imparato a fotografare consapevolmente”.
C’è un luogo o un soggetto in particolare che ti ispira più di altri?
“Come luogo direi la natura in generale, che sia campagna, mare o montagna ognuno ha delle caratteristiche meravigliose. Amo la Macro fotografia, i dettagli, le cose che non tutti notano di primo acchito.”
Se potessi immortalare un singolo momento nel tempo per farlo rivivere per sempre, quale sarebbe e perché?
“Uno solo? Per me sarebbe praticamente impossibile! Troppe emozioni, sensazioni, ricordi, odori, sapori, sentimenti, persone, luoghi…non ci riesco! Rimandata a settembre! Ridimensionando la condivisione nel mondo calcistico direi questa! Posso dire quello che ho provato io…tanta tenerezza! Quell’amore incondizionato tra padre e figlia…credo che a qualcuno di voi possa sbloccare un ricordo e di conseguenza un’emozione! Io sento ancora la vocina dagli spalti “papà, papà, papaaaaaaaaaà…! Fotograficamente parlando è una foto sbagliata o imperfetta essendo sfuocata ma, credo che il messaggio arrivi comunque! L’essenziale è invisibile agli occhi. (Cit. Antoine De Saint-Exupéry)
Qual è la sfida più grande che hai affrontato come fotografo e come l’hai superata?
“Rimanendo in questo contesto direi gli highlights! Tralasciando il fatto che non sapevo nemmeno cosa fossero, è stata la cosa più difficile in assoluto! Superata con tanto impegno, qualche suggerimento, errori, tantissime ore di lavoro e qualche imprecazione…”
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Il mio primo ringraziamento va a Nicolas Bego, senza la sua insistenza non sarei mai diventata la fotografa del Lovaria! Un grazie speciale anche ad Alberto Mantovani, che ha scovato e proposto l’opportunità del “Collaboratore d’Oro”.
Un ringraziamento enorme va anche ai miei preziosi collaboratori: Alex Grattoni, Alberto Mantovani, Simone Peressini, Luca Paolini, Marco Baso, Michael Marino ed Eric Di Lena. Senza di loro, non avrei mai raggiunto il terzo posto! Grazie di cuore!
Sono grata di far parte di questa splendida realtà, resa tale dalle persone che la compongono. Ringrazio quindi il neo Presidente Luca Paolini e tutti i dirigenti degli Amatori Calcio Lovaria, l’ex Presidente Romeo Cavallo, che ha guidato il Lovaria dal 1986 fino ad oggi, “lo zoccolo duro del Lovaria” sempre presente in campo e fuori: Riuli Giuliano, Ermanno Paolini e Tiziano Tion, l’allenatore Cristian Fattori e tutti i giocatori, le ragazze del chiosco e tutti i sostenitori! Un ringraziamento speciale a Giuseppe per avermi permesso di pubblicare la foto con la sua bambina! Grazie di cuore a tutti!”
Qual è stata la prima foto che hai scattato di cui sei veramente orgogliosa e perché?
“Questa in assoluto! A me piace tantissimo e ne sono orgogliosa perché ero ancora alle prime armi e tutto ti sembra impossibile finché non lo fai/vedi! San Tommaso insegna!”