Come moltissimi ragazzi, inizia l’attività sportiva con il calcio: fino ai 18 anni gioca fino alla categoria Juniores per poi, dopo il servizio militare, entrare nel mondo della politica che lo ha occupato per diversi anni.” Una gioventù all’insegna dello sport e dell’impegno politico in cui Franco Cesa ha consolidato i suoi valori e il suo credo attraverso intense esperienze che lo hanno maturato come uomo.
Le sue scelte di vita sono sempre state segnate da una voglia di indipendenza, dal desiderio di creare qualcosa da se senza per forza sottostare al volere altrui, di intraprendere percorsi con grande energia e coraggio. Sensazioni che forse ha ricavato anche dal motociclismo, un’altra delle sue passioni che ha coltivato fin da giovane e dall’equitazione. Disciplina, scoperta grazie alla figlia, che poi l’ha coinvolto. Tanto da acquistarsi un cavallo con il quale ha intrapreso l’equitazione di campagna, con rilassanti passeggiate nella natura e trekking montani di qualche giorno. Un’attività che gli ha permesso di vivere la natura da un altra prospettiva, di apprezzare la bellezza dei paesaggi, di liberarsi mentalmente delle scorie quotidiane. Nel frattempo Franco diventa anche membro del Consiglio Direttivo della UISP (Unione Italiana Sport Per tutti). Era il 2016 quando sceglie una nuova sfida: il calcio camminato. Dapprima l’incredulità, ma poi la curiosità lo spingono ad approfondire l’argomento, trovando nella collega del direttivo, sig.ra Fausta, tuttora giocatrice con la squadra di Casarsa, un valido riferimento per questo tema che però non si sviluppò più di tanto. Ma la passione per questa nuova disciplina rimase e Franco prova a creare una squadra che, negli anni, si è mantenuta anche se solo per fare allenamenti o qualche sporadico torneo. Ora che la Lega Calcio Friuli Collinare gli ha offerto l’opportunità di partecipare a una rassegna organizzata, non si è lasciato sfuggire l’occasione e si è lanciato con grande entusiasmo in questa nuova esperienza.
Quali sono i principali benefici che il calcio camminato ha portato nella tua vita, sia a livello fisico che sociale?
“Posso dire che i principali benefici si possono riassumere nell’aver ritrovato la passione per il calcio giocato e nel mantenere l’attività fisica per un invecchiamento attivo, con la possibilità di partecipare a una squadra dove vige lo spirito sportivo, ma finalizzato soprattutto al terzo tempo, dove la grigliata è l’apprezzato premio per la partecipazione e non per il risultato.”
Come descriveresti l’atmosfera e lo spirito di squadra all’interno del vostro gruppo?
Con il terzo tempo per la partecipazione credo sia evidente lo spirito di squadra all’interno del nostro gruppo, ma anche in quello degli avversari che finora abbiamo incontrato. Nel gioco è importante e dà soddisfazione vincere, ma raggiunta una certa età – over 70 per me – c’è anche la soddisfazione di riuscire a esserci. Ed è interessante lo spirito con cui la UISP aveva promosso questa attività, e cioè di dare la possibilità di formare squadre miste, dove includere, su sei giocatori, due dell’altro sesso.
Questa integrazione, nell’esperienza che ho potuto avere nelle squadre di Sacile e Casarsa, è risultata molto interessante ed apprezzata da tutti i giocatori e le giocatrici.”
Quali sono le maggiori sfide che avete affrontato come squadra e come le avete superate?
“In questo tipo di calcio non parlerei di sfide, ma piuttosto di piacevoli incontri sportivi, dove all’agonismo inteso quale scontro, viene contrapposta l’attenzione alla persona, il divieto del contatto fisico. Lo stesso divieto di correre è già di per sé una chiara indicazione sul nuovo concetto di sport collegato al calcio camminato. Come squadra abbiamo cercato possibili persone da coinvolgere e abbiamo trovato in Casarsa e Sacile due realtà che accolsero con entusiasmo questa proposta, arrivando a partecipare per ben 2 anni alle finali nazionali UISP svoltesi a Pesaro. La voce cominciò a diffondersi e i primi contatti con l’associazione “Veterani dello sport” ci portarono a Tolmezzo, dove si stava formando una squadra. Nel frattempo, come UISP, abbiamo partecipato al progetto di “Contrasto della solitudine e promozione dell’invecchiamento attivo” nel 2022, che ben si conciliava con il calcio camminato. Da qui iniziarono una serie di incontri amatoriali tra i tre gruppi, ai quali si aggiunse poi Trieste e, unendo le forze, abbiamo partecipato, come rappresentativa Friuli Venezia Giulia, a tornei organizzati a Bassano del Grappa e a Maranello. In queste occasioni abbiamo lanciato l’idea dello scambio di prodotti culinari al posto dei classici gagliardetti a inizio partita, iniziativa che è stata favorevolmente accolta e apprezzata dalle altre squadre.
Ora, grazie all’impegno organizzativo della Lega Calcio Friuli Collinare, si sta organizzando un vero e proprio torneo a 5 squadre e sarà per la nostra squadra la prima concreta esperienza con incontri diretti e torneo finale, con formazione di punteggi e graduatorie. Crediamo che, al di là dei punteggi per partita, si possa mantenere questo spirito goliardico e ricreativo più che agonistico e concludere in compagnia ed allegria ogni incontro.”
Quali consigli daresti a chi è interessato a iniziare a giocare a calcio camminato?
“Più che dare consigli a chi fosse intenzionato a iniziare questa attività sportiva, chiederei loro se fossero disposti a non correre, a evitare lo scontro con l’avversario, a rinunciare a dare un calcio o a entrare in scivolata (anche non volontariamente) al giocatore che ti ruba la palla, ecc.
Se ritieni di poter giocare a calcio con queste regole, sei il benvenuto; altrimenti, continua pure a giocare a calcio a 5 o a 11. Più avanti nel tempo potrai ripensarci e far parte dei giocatori del bellissimo calcio camminato.”
Con quali obiettivi vi accingete a partecipare al primo torneo di Walking football regionale?
“Da quanto finora detto, credo di rappresentare lo spirito della mia squadra nell’affermare che c’è molto interesse a partecipare a questo torneo regionale, ma anche una certa preoccupazione che, definendolo torneo, con graduatorie e regole molto rigide, ci si concentri più sull’ottenere il miglior risultato possibile, perdendo di vista lo spirito che finora ci ha accompagnato. Confidiamo comunque che anche le altre squadre partecipanti ci aiutino a mantenere questo spirito amichevole e che ci consenta di ampliarci e diffondere il più possibile questo calcio camminato, perché, al di là delle parole, è l’esempio che porta a risultati.”