Nasce a Caserta, città in cui cresce calcisticamente fino ad approdare nella primavera della Casertana. Ma il lavoro e la famiglia lo portano verso altre strade tanto che Rosario Ianniello, nel 1995, si trasferisce in Friuli, regione in cui si adatta subito. Conosce nuove persone, una realtà forse diversa ma compatibile con il suo stile di vita. Grazie alla sua tenacia, alla sua perseveranza, riesce a conquistare la fiducia di molti, trova anche il sorriso tornando a giocare, questa volta tra gli amatori. Lui, attaccante di ruolo, sa che anche nella vita di tutti i giorni bisogna essere rapidi, trovarsi al posto giusto al momento giusto, saper cogliere l’attimo. Come in cucina, sua altra passione, dove Rosario prova a scovare l’ingrediente adatto per arricchire le pietanze, cercando nel contempo un momento di condivisione che possa dargli qualche soddisfazione. Da buon tradizionalista sposa i piatti classici senza disdegnare qualche piccola innovazione, rinnovamento che ha portato anche a se stesso quando da atleta ha deciso di sposare la causa arbitrale della Lcfc. Il suo carattere socievole, empatico ma soprattutto il suo lato autocritico, gli permettono di avere spesso buoni rapporti con le squadre da lui arbitrate.
Cos’è per te il rispetto?
“Per me il rispetto è accettare le opinioni altrui pur non condividendole. Sia dentro che fuori dal campo”.
L’arbitro deve essere anche un po psicologo. Credi che questa affermazione rispecchi la realtà?
Si, assolutamente. Ascoltare e cercare di capire, può essere determinante per una buona direzione
Quali sono gli atteggiamenti delle squadre che ti mettono più in crisi?
“Fino ad oggi non è mai capitata una situazione che mi ha messo in crisi, se non il provare fastidio per una contestazione oltre le righe dopo una mia decisione”.
Quali sono le emozioni che ti regala arbitrare?
“ Devo dire che diverse volte mi sono sentito gratificato e ho avuto belle sensazioni, soprattutto quando la squadra perdente, a fine partita, si complimenta con me”.
Prediligi il dialogo o il cartellino?
“La mia esperienza da calciatore mi fa prediligere il dialogo perché, in determinate situazioni, inasprire gli animi può nuocere allo svolgimento della partita”.
Qual’è l’episodio che ti ha fatto capire il mondo amatoriale?
“Sinceramente ricordo, nella mia breve carriera arbitrale, di aver diretto nella gara in cui poi è avvenuta la promozione della SS463 Maiano. Ci fu una bella festa dove ho visto uno spirito amatoriale che mi ha coinvolto e colpito”.
Qual’è stata la gara che hai iniziato con timore ma poi l’hai chiusa con orgoglio?
“ Credo all’esordio, una partita difficile che ho saputo gestire al meglio nonostante fossi molto emozionato”.
Quest’anno la LCFC ha deciso di punire le proteste con il cartellino verde.
“Sono dell’idea che l’iniziativa sia corretta, anche se ritengo che prima di applicare ogni tipo di cartellino bisogna provare a comunicare. Il verde è comunque un ottimo strumento per allontanare momentaneamente che, in quella gara, si allontana dallo spirito amatoriale”.
Piatto preferito?
“Polpo alla Luciana”