Un attaccante dalle movenze feline, un giocatore che sa proporsi in fase offensiva e che spesso legge bene i tempi di gioco trovandosi al posto giusto per realizzare gol pesantissimi. Un istinto innato per il gol, spesso realizzato con velocità e furbizia. Caratteristiche che lo hanno portato ad essere soprannominato “El Cobra”. Lo sanno a Pieris dove quest’anno e in un partita, durante i tre minuti giocati, ha realizzato un gol, da cobra appunto. Stiamo parlando di Pier Ugo Candido, grande appassionato di sport che nella sua vita ha abbracciato moltissime discipline dalle quali ha saputo creare un suo modello di sport che prevede che la competizione, che deve sempre esistere, debba essere vissuta con il massimo rispetto verso avversari e direttori di gara. Nonostante abbia superato gli anta e abbia subito qualche infortunio (nel 2021 , quando era coinvolto nell’organizzazione dei Mondiali di Sci di Cortina d’Ampezzo si ruppe, mentre stava facendo una ricognizione in pista durante il SG maschile, crociato anteriore e menisco mediale), non ha mollato: sotto controllo ortopedico di un professionista della clinica di Monastier e con molta riabilitazione è rientrato nei rettangoli di gioco. Attualmente difende, sia come dirigente che giocatore, i colori degli amatori Rigolato. Ma Pier Ugo è una persona multitasking perché sa destreggiarsi contemporaneamente su più fronti. Ottimo cronista sportivo, riesce a condividere in maniera egregia impegni professionali e passioni. Lo abbiamo intervistato:
Finalmente anche il campionato carnico amatori è ripartito. A Rigolato come siete riusciti a mantenere il gruppo in questi due anni di pandemia?
“Nella consapevolezza del periodo pandemico e delle contrazioni imposte abbiamo saputo, da un lato, mantenere vivo il gruppo con costanti comunicazioni a mezzo telefono e social, dall’altro, con iniziative particolari ad es. partecipando – e raggiungendo il sesto posto – nella Footgolf Cup Carnia 2021 (unico momento aggregativo vissuto calcisticamente parlando).”
Nel 2017 avete vinto il titolo. C’è qualcuno ancora presente in rosa dei giocatori che hanno vinto lo scudetto amatoriale?
“Il 2017 è stata un’annata magica con una grande alchimia nel gruppo e altrettanti stupendi risultati. Sì, l’ossatura della rosa degli AM Rigolato scudettati è rimasta più o meno inalterata. A questa si sono aggiunte nuove leve come rinforzo di qualità e prestigio.”
Ogni anno è sempre più difficile coinvolgere giocatori e dirigenti. Come fate voi ad “arruolare” nuove leve?
“Quest’anno abbiamo “arruolato” quasi sessanta persone, principalmente giocatori ma anche volontari di supporto, senza i quali tutto il “contorno” organizzativo non esisterebbe. Rigolato costituisce da sempre un’attrattiva nel panorama calcistico carnico. Da noi, come ben espresso dal nostro Presidente Paolo Pizzocaro, c’è il concetto di divertimento e “fare famiglia” anteposto al risultato. Poi, anche agonisticamente, non sfiguriamo esprimendo un calcio di ottimo livello. A “terzo tempo” non temiamo nessuno.”
Siete una squadra che in rosa ha giocatori di buon spessore tecnico. Quali sono i tre elementi che non dovrebbero mancare mai alle vostre partite ?
“Mi ripeterò, in parte, e direi il gruppo e la sua intercambiabilità, il divertimento, la gioia di condividere un percorso associativo, sportivo, ricreativo o di campionato, che dir si voglia.”
Secondo il tuo parere il carnico amatori ha trovato una sua dimensione o avrebbe possibilità di ulteriore crescita?
“La dimensione calcistica, amatoriale e non, soffre di un calo fisiologico dovuto ai tempi (tristi) che stiamo attraversando. Congiunture non favorevoli all’incentivazione dell’aggregazione atteso che per quasi due anni le persone hanno vissuto praticamente isolate. Il Carnico è ripartito ed è già una grande notizia. Coi tempi che stiamo attraversando non so farti proiezioni di crescita. Sono e siamo già contenti di questo primario obiettivo…essere in campo a giocarsela.”
Quali sono le squadre che temete di più in questa stagione?
“Non ce n’è una in particolare da temere. Premetto che scendiamo in campo con l’avversario e mai contro (altra qualità – il rispetto – che prima non avevo significato) per cui ogni fine settimana ce la giochiamo guardando prima alle nostre potenzialità proiettandole, infine, sull’avversario da incontrare. I risultati di questa filosofia si sono potuti apprezzare negli anni.”
Infine ti chiedo un tuo obiettivo personale e uno di squadra.
“Uno, il primo (quello personale) , è aver avuto, quest’anno, la possibilità di poter giocare con mio figlio, che si è prestato a darci una mano nel Rigolato: un momento di gioia e orgoglio familiare e sportivo e, spero, un esempio per molti altri. Come squadra l’obiettivo ce lo creiamo, come ho detto sopra, cammin facendo. Nulla è precluso. Si sa che il Rigulât non ha mai deluso.”