Paolo Trombetta, uomo di poche parole, preferisce che siano i fatti a parlare per lui. La correttezza è il suo principio guida, tanto nella vita quanto nello sport. Ma è il calcio la vera fiamma che lo anima, una passione che ha bruciato dalle giovanili dell’Udinese alle battaglie nei dilettanti culminate con l’Eccellenza, vivacizzandosi nei tornei amatoriali con la Walterottica e continuando ad ardere nel calcio a 5 con la Danieli Sporting Club. In questo lungo viaggio, il sostegno costante e prezioso di sua moglie Luisa è sempre stato fondamentale.
Oltre al campo da gioco, Paolo trova gioia nello sciare, nel cimentarsi nel nuoto e nella libertà di esplorare la natura a piedi o in bicicletta. Nei momenti di quiete, un buon giallo è la sua compagnia ideale. Ora, però, la vera protagonista del suo tempo libero è la nipotina, una luce che illumina ogni suo giorno.
Professionalmente, la Danieli è stata la sua casa per una vita, fin da subito dopo la laurea in ingegneria. Dalle sfide dell’Ufficio calcoli e tecnologico all’impegno per la sicurezza dei macchinari in tutto il mondo, ha dedicato con passione la sua energia a questa azienda. E ora, con la pensione all’orizzonte, guarda al futuro.
Dopo così tanti anni con la stessa maglia, cosa ti ha portato a prendere la difficile decisione di appendere le scarpette al chiodo proprio ora?
“Ovviamente, l’età gioca un ruolo fondamentale in questa scelta, non permettendomi più di competere fisicamente con i giovani. A ciò si aggiunge un ginocchio molto dolorante e danneggiato, che presto sarà valutato da un ortopedico per capire come intervenire.”
Ripensando a tutta la tua carriera con la Danieli, qual è il momento più emozionante o il ricordo più caro che ti porterai sempre dentro?
“Fin dagli albori della squadra Danieli, alla fine degli anni ’90, ho avuto il privilegio di farne parte. Un percorso costellato di gioie, dalle promozioni alla vittoria di svariati titoli, con un’emozione che ha raggiunto il suo culmine nel 2022 con la conquista delle finali nazionali e la successiva, indimenticabile, premiazione a Roma.”
Quali sono stati i cambiamenti più significativi che hai visto nel club e nel calcio a 5 in generale durante la tua lunga permanenza?
“La crescita della squadra Danieli negli ultimi anni è stata esponenziale, portandola a competere ai vertici dei campionati di calcio a 5 della LCFC. Un ruolo chiave in questa trasformazione lo ha giocato il mister Fabio Burlon, abile nel costruire e condurre un gruppo di giocatori talentuosi, mantenendo fede al nostro principio di includere principalmente dipendenti aziendali. Le eccezioni riguardano ex-dipendenti che hanno mantenuto il legame con la squadra o giocatori esterni che si sono integrati positivamente dopo aver partecipato a tornei. Parallelamente, credo che l’intero panorama del calcio a 5 della LCFC abbia visto un’evoluzione significativa, con molte squadre che vantano sia qualità tecniche che un’organizzazione di gioco di alto livello.”
Cosa ti mancherà di più della vita da calciatore e come pensi di colmare questo vuoto nella tua quotidianità?
“In realtà, non credo che cambierà molto. Il mio ritiro riguarda solo le partite ufficiali di campionato, ma non intendo smettere del tutto di giocare. Infatti, continuo a partecipare alle nostre settimanali partitelle tra amici, dove il ritmo è più blando e riesco a gestire il dolore al ginocchio. E poi c’è la mia nipotina che occupa gran parte del mio tempo libero.”
Quali sono i tuoi progetti per il futuro una volta appese le scarpette al chiodo? Ti vedi ancora coinvolto nel mondo del calcio a 5 in qualche modo?_
“Come dicevo, non mi tiro completamente indietro. Certamente continuerò a dare il mio contributo alla squadra Danieli in veste di dirigente.”