Michel Medeot inizia a giocare nel settore giovanile dello Staranzano per poi arrivare come fuori quota alla Fincantieri. Da li in poi nascono altre opportunità e veste le maglie di San Canzian, Romana e Ronchi ma poi, il richiamo della squadra amatoriale del suo paese, gli am. Staranzano, è forte. D’altronde li è cresciuto, ha tanti amici, e ha giocato molti tornei estivi. Dopo una serie di infortuni seri, ultimo dei quali un infortunio al crociato e menisco, mentre difendeva i colori del suo paese, decide di appendere le scarpette al chiodo. Ma la passione non svanisce, il progetto degli amatori Staranzano lo ha sempre entusiasmato e, nonostante non voglia più calcare il tappeto verde, decide di subentrare alla presidenza. L’obiettivo principale è trovare un momento di aggregazione, divertirsi coinvolgendo i ragazzi del paese, cercare qualche risultato che porti entusiasmo e portare in giro per il Friuli il nuovo logo che rappresenta l’ultra secolare albero di bagolaro (bobolar), simbolo di Staranzano. Michel, artigiano, sa che per dare continuità a un progetto ci vuole determinazione, è consapevole che solo dialogando serenamente con tutte le parti si può ottenere riscontri positivi e puntare a grandi traguardi. E fino ad oggi, grazie al suo modo d’interfacciarsi e alle sue doti comunicative sta gestendo un gruppo che gli sta dando non solo soddisfazioni sportive.
Quest’anno festeggiate i 35 anni di attività. Qual è il segreto della vostra longevità sportiva?
“Siamo molto orgogliosi di questo traguardo perché come tutte le società abbiamo avuto momenti di alti e bassi ma ne siamo usciti sempre a testa alta e sempre con un gruppo più forte di prima. In realtà non abbiamo nessun segreto, solo la fortuna di trovare in tutti questi anni dei ragazzi stupendi. Dai più “vecchi” ai più “giovani”, tutti si rendono disponibili anche al difuori del campo, aiutandoci sia nei lavori atti a gestire la struttura, sia nei vari eventi che organizziamo come tornei estivi, carnevale, chioschi di natale ecc. Il termometro dell’attaccamento a questa maglia lo percepisci soprattutto quando ti accorgi che giocatori infortunati o ex nostri atleti, che possono prendersi il fine settimana libero, seguono le nostre partite. Diciamo che questo è il nostro segreto: aver trovato delle persone con una passione smisurata. Senza di loro noi dirigenti non potremmo fare un gran che”.
Quali sono i tesserati più rappresentativi dello Staranzano?
” In un ottimo contesto di gruppo ti menziono Cinello, capitano storico e sempre presente in qualsiasi condizione fisica e metereologica, Caroccia e Selita, giocatori da molti anni con noi capaci di fare da collante tra le vecchie e le nuove leve”.
Libri o televisione?
“Questa domanda non me l’aspettavo. Diciamo che a fine serata un buon libro per distrarsi mi aiuta a viaggiare con la mente, a rilassarmi. Se invece sono con la famiglia o con la squadra preferisco la televisione per star tutti assieme. Non tralascerei la radio che quando si è in compagnia, con della bella musica, aiuta a mettere allegria”.
La classifica al momento non è rosea. Cos’è che non ha funzionato fino ad oggi?
“ E’ vero, la classifica non ci sorride in questo momento ma credetemi che nello spogliatoio non si sente questo. Siamo tutti carichi e crediamo a questa salvezza. Abbiamo avuto la sfortuna e il difetto di non aver iniziato bene il campionato. 13 gol subiti nelle prime 4 partite e 0 punti. Da li abbiamo iniziato a prender le misure e i risultati sono iniziati ad arrivare. Basti vedere le prime tre partite del girone di ritorno dove abbiamo già incontrato le prime 3 squadre del girone. 2 pareggi e con quella di ieri una vittoria. La classifica non rispecchia la vera qualità di questo gruppo. Siamo ancora vivi e più grintosi che mai”.
Quali pensi siano le caratteristiche che esaltano il vostro gruppo?
“ La coesione e la voglia di dare sempre il massimo. Per noi gli am. Staranzano sono una seconda famiglia dove tutti si adoperano per aiutarsi soprattutto nei momenti di difficoltà. Ogni singolo giocatore si mette in gioco per dare continuità al nostro progetto e questo è sicuramente un valore che esalta il gruppo.
Cos’è per voi il terzo tempo?
“E’ un momento importantissimo dove ci si può rilassare, sfogare, confrontarsi, svagarsi. Le tensioni del campo svaniscono dietro a una birra fresca in compagnia di amici e avversari con i quali, a volte, puoi imbastire nuove amicizie. Credo che il calcio amatoriale, ma anche lo sport in generale, abbia bisogno di questi momenti aggregativi”.
Giochi da tavolo o videogiochi?
“Direi entrambi. Anche se ultimamente non ho molto tempo libero, mi è capitato di trovarmi la sera con amici sia a far qualche bel gioco da tavolo, sia fare delle belle partite e/o tornei con i videogiochi”.
Il calcio spesso viene definito una metafora della vita. Anche in ambito amatoriale ritieni sia così?
” Come nella vita, anche nello sport ci sono momenti difficili e momenti belli come in qualsiasi famiglia e in qualsiasi gruppo sportivo. Personalmente e sportivamente parlando ho superato 2 crociati, 1 menisco e la frattura del piatto tibiale. Nonostante questo non ho mai rinunciato allo sport, né da calciatore né da presidente. Lo sport, soprattutto quello di squadra, ti insegna fin da piccolo a vivere con gli altri, affrontare gli altri, superare le difficoltà e cercare di raggiungere i propri obiettivi.
Hai un sogno a livello amatoriale?
“Sono presidente da 7 anni e prima ero un giocatore dello Staranzano da 3 anni. Abbiamo vissuto retrocessioni, cambi di federazioni, Covid e ora 2 promozioni in 2 anni. Abbiamo un bel gruppo, siamo una società sana e abbiamo la fortuna, grazie al comune, di aver un impianto da gestire. Ogni anno lavoriamo per renderlo sempre migliore e per migliorarci. Ci riteniamo più che fortunati. Diciamo che proprio a cercar qualcosa potrei direi vincere una coppa o il campionato da primi. Sarebbe una soddisfazione in più, ma per questo abbiamo ancora tempo”.