
Il gioco del calcio è un grande aggregatore, abbatte notevolmente quelle barriere che a volte impediscono la socializzazione. Ne è una prova il bel sodalizio nato tra la società di cui faccio parte, I Veterani, e la splendida compagine della Rosa di Cervignano del Friuli. Ho avuto l’onore, quasi per gioco, di intervistare il loquace presidente Gabriele Zuttion in una serata d’allenamento dei suoi ragazzi. Cerco di sintetizzare in queste righe ciò che Gabriele ha raccontato anche se l’intervista integrale è possibile ascoltarla cliccando sul link in fondo alla pagina.
Partiamo con la classica domanda di apertura: chi è Gabriele Zuttion ?
“46 anni, entrato nella Rosa otto campionati fà. Al parco Europa di Cervignano alcuni dirigenti mi proposero di entrare nello staff della Rosa. Ho sempre dedicato la mia vita allo sport, dalla pesca al ciclismo, il basket fino al torneo dei borghi… Lo sport come coinvolgimento sociale, cerco di coinvolgere ogni tipo di persona e ceto sociale, soprattutto i più bisognosi, ad avvicinarsi al gruppo e stare assieme“.
Tu sei presidente di ben due squadre e i risultati sono finora buoni, sinonimo che la società ha investito bene ma, per investire ci vogliono soldi. Da dove provengono i vostri finanziamenti?
“Domanda segreta ma alla luce del sole a Cervignano. Mediante un grande economo, Giorgio Stefanin, abbiamo fatto un grande lavoro di gestione. Io ho messo in atto le mie idee e sono convinto di aver contribuito bene in un contesto dove le risorse arrivano anche dal Comune (la struttura è sotto bando comunale). Il bando è stato vinto dalla Rosa che, grazie alla sinergia tra persone, riesce a mantenere in piedi il progetto. Tanta la burocrazia ma alla fine riusciamo ad ottenere i contributi per portare a termine i nostri progetti unitamente anche ai proventi dei tornei estivi. Non manca ovviamente una parte di autofinanziamento“.
Quali sono gli obiettivi minimi delle tue squadre ?
“Ogni presidente quando investe in un’annata sportiva punta ad un obiettivo che è quello di vincere un campionato e che il gruppo rimanga solido. Farci notare in tutta la bassa friulana come esempio di aggregazione per tutti quei giocatori e sportivi che volessero un ambiente sano e genuino in grado di offrire loro uno spazio di divertimento, saranno i benvenuti. Grazie comunque ad un direttivo composto, oltre a me, da persone come il vicepresidente Mauro Florit, del dirigente Fagotto, e l’avvento di un nuovo allenatore giocatore a metà stagione, abbiamo portato a casa giocatori come Carpin, Sandrin, Francioni, Pozzar, e una massaggiatrice competente a supporto tecnico per infortuni e acciacchi. Mi auguro che grazie a tutti alcuni obiettivi siano raggiungibili da quest’anno“.
Quali sono i punti di forza dei tuoi ragazzi ?
“Saper stare uniti soprattutto nelle arrabbiature, che a volte ci stanno, perché nello sport a volte anche si perde e nella sconfitta bisogna trovare il motivo per reagire positivamente. E poi c’è l’aiuto del “terzo tempo”, tempo che aiuta a ritrovare armonia e gioia di stare assieme“.
- Gabriele, mi sono un po’ documentato sulla Rosa. So che il nome deriva da una nota pasticceria di Cervignano, che in passato era il luogo di ritrovo di tutta la squadra prima di ogni trasferta. Esiste ancora questa bella tradizione ?
“Come tutte le società esiste ovunque un punto di ritrovo anche legato ad accordi e sinergie economiche. La Rosa ha un punto di ritrovo pre trasferta, ma non nella pasticceria La Rosa, in quanto negli anni si sono trovati altri punti di riferimento“.
Mi risulta che tu non abbia mai giocato a calcio ma nutri nei confronti di questo sport una grande passione trasmessa dal papà. So anche che, oltre a gestire due squadre con oltre 70 tesserati, sei attivo in diverse attività di associazionismo a scopo benefico. Quanto sacrificio e dedizione ci vogliono per fare tutto ciò ?
“ La testa è prima al lavoro e poi a mia mamma. Tutto il tempo rimanente lo dedico all’impegno che mi sono preso con La Rosa.”
Presidente, sei riuscito ad iscrivere nella Rosa giocatori del calibro di Sandrin, Carpin, e Francioni, atleti che tutte le squadre vorrebbero avere. Come li hai convinti a sposare il progetto?
“diciamo che mi sono inserito nei terzi tempi, ho parlato del progetto e hanno accettato. Forse sono arrivato anche al momento giusto, visto che magari vivevano un periodo di incertezze sportive e la mia proposta è stata ben accolta.
Qualche tuo collega presidente cerca di coinvolgere persone molto vicine ai giocatori come donne, fidanzate, simpatizzanti, etc. Tu cosa fai per avvicinarle all’associazione?
“Non esiste solo il rettangolo di gioco nel mondo amatoriale, ci vuole anche il contorno. Saper coltivare le amicizie esterne con grigliate e feste per avvicinare anche le persone vicine ai tanti nostri tesserati è nei miei pensieri. Ci tengo molto alla tifoseria, bisogna sempre coltivarla, integrandola anche con i terzi tempo o cercandola di coinvolgere all’interno di una squadra. Ci sono sempre molte cose che si possono fare per dare una mano. Il focus è sempre comunque quello di utilizzare lo sport come aggregazione“.
Da presidente, pensi che la responsabilità della mancanza di risultati da parte di una squadra sia imputabile unicamente all’allenatore e pertanto vada al più presto sostituito ?
“No, ai nostri livelli la maggior parte delle volte il mister non è responsabile. Il suo compito è saper tenere unito un gruppo durante gli allenamenti e la partita, soprattutto in seguito ad una sconfitta e confrontarsi con i giocatori nello spogliatoio sugli eventuali errori. Sicuramente la responsabilità ricade anche sulla serietà dei tesserati che, in primis, hanno preso un impegno con la società. Nelle società esistono la dirigenza, l’allenatore e i giocatori: ognuno deve svolgere il proprio compito come si deve e se l’allenatore comunica correttamente con i suoi giocatori, nello spogliatoio ma anche all’esterno, non può temere di essere allontanato…”
Com’è attualmente il rapporto con i tuoi allenatori ? Ovvero quelli delle due squadre ?
“Un allenatore vincente è un allenatore intoccabile, si cerca sempre di tenerlo in tutte le maniere. Poi ognuno ha la sua testa e i suoi pensieri ed è libero di andare dove vuole. Siamo amatori e se durante la stagione un allenatore si innamora di qualcos’altro e decide di andare via è giusto che vada. Libertà e massima trasparenza“.
E’ vero che sei juventino ?
“Assolutamente no. Sono colori che se mischiati fanno il grigio e nella mia vita il grigio non esiste. Io sono per la trasparenza e la passione, quindi sono Gattusiano, ovvero milanista. Ho una grande passione per il calcio trasmessami da mio papà che era milanista oltre che tifoso della gloriosa triestina, estimatore del grande Nereo Rocco e dell’intramontabile Gianni Rivera”.
Progetti per il futuro, personali e riferite alle squadre ?
“E’ alla luce del sole, stò collaborando con la Pro Cervignano. Ho conosciuto il presidente attuale che mi stà insegnando e invogliando a fare qualcosa di nuovo, oltre il calcio amatoriale e l’associazionismo. Ho anche avuto il piacere di conoscere l’espertissimo e conosciutissimo mister Tortolo. Ritengo di aver fatto bene in questi quattro campionati alla Rosa, qualcosa abbiamo vinto, vedi ad esempio la vittoria di un campionato di calcio a 11 con i Galatticos (la squadra dei giovani) con la miglior difesa unitamente alla coppa disciplina. Una stagione memorabile grazie anche al pregevole lavoro di Marco Casotto, portiere e capitano di allora con soli dieci gol subiti a dimostrazione del fatto che si può arrivare a giocare a calcio in maniera pregevole anche a cinquant’anni. Poi due promozioni, una coppa con gli over40, insomma finire il mio mandato con questi risultati mi fa piacere e onore. Resta inteso comunque che in futuro continuerò a dare una mano a questa società del mio paese confidando in un nuovo presidente con le mie stesse idee“.
Un giudizio sull’organizzazione dei campionati, quali la lega e/o gli arbitri ?
“La Lega Calcio Friuli Collinare sta lavorando molto bene anche sotto il profilo della sicurezza e soprattutto nelle liste gara dove tutto è molto semplificato e sai tutto prima di iniziare una partita riguardo la posizione di ogni tesserato, se è abilitato a scendere in campo. Questo a tutela delle società e di tutto lo staff dirigenziale a livello di responsabilità nei confronti delle persone che abbiamo in società. Cambierei una regola sola, quella di lasciare troppa libertà alle società di cambiare, spostare le partite a proprio piacimento, cosa che spesso viene usata per secondi fini, senza pensare che, con tali spostamenti alle volte si crea disagio alle persone e ai loro impegni personali“.
Vuoi mandare un messaggio a tutti i tuoi giocatori ?
“Io credo in loro come tutti dirigenti a partire dal vice presidente Mauro Florit, i dirigenti Stefano Fogar, Pierpaolo Fagotto e tutto il direttivo. L’impegno e la fedeltà che i giocatori hanno dato alla società credo sia sempre stato ripagato mantenendo la parola e le promesse fatte. A tal proposito ringrazio anche chi mi da un aiuto in tutti i lavori tecnici dati dalla struttura come Alessandro Tomasin. Quindi in conclusione ai ragazzi dico: Il presidente è vicino ai giocatori, la società investe ma, soprattutto il direttivo vuole che loro portino a termine i campionati nel miglior modo possibile. Ovvero vincere“.
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