Il Cerneglons porta a casa la Coppa Senatori Primavera battendo nella finalissima di Medea 2-1 il Farra. Quando tutto sembrava portare ai calci di rigore, la rete di Stegnjaja all’ultimo minuto dei supplementari ha consegnato il trofeo alla compagine neroverde. Durante i tempi regolamentari, il Cerneglons si era portato avanti grazie a Dzaferovic prima di subire il pari isontino firmato da Macoratti.
Di seguito proponiamo il bel racconto del match da parte di Marco Cavallo, dirigente del Cerneglons.
“Il Crepuscolo degli Dei sul Prato di Medea
Quando la gloria ha i capelli grigi e le ginocchia che scricchiolano
Venerdì sera a Medea si è consumato un dramma sportivo degno della miglior tradizione shakespeariana: la finalissima del torneo di primavera Over50 tra Cerneglons e Amatori Farra. Perché quando hai superato il mezzo secolo, ogni trofeo assume le proporzioni del Pallone d’Oro.
Il suggestivo scenario del Collio ha fatto da cornice a quella che i cronisti locali non esiteranno a definire “la partita del secolo” (del ventunesimo, s’intende, visto che del ventesimo si conservano piacevoli ricordi delle scorribande in quel del “Castello di Medea”….). Niente terna arbitrale, ma l’adrenalina c’era tutta: quella prodotta naturalmente dalle arterie indurite e dai cuori che battono forte più per l’età che per l’emozione.
Mister Bonati, con la saggezza di chi ha visto passare più moduli tattici che governi, ha iniziato con un coraggioso 4-4-2 che si è rivelato efficace quanto un Nokia 3310 in era 5G. Ma da vero alchimista del pallone, ha saputo pescare dal suo cilindro magico (che ormai somiglia più a un berretto da pensionato) la mossa giusta: al trentesimo minuto ecco il lampo di Dzaferovic, che si è girato “come un ghepardo” – o almeno come un ghepardo con la schiena a pezzi e la vista che non è più quella di una volta.
Il gol è stato un capolavoro di tecnica ed esperienza: stop di destro, girata felina e sinistro che ha trovato l’angolino con la precisione di un cecchino in pensione. Il portiere avversario, probabilmente distratto dal riflesso del sole sui primi capelli bianchi, non ha potuto far altro che raccogliere il pallone dalla rete.
Ma il Farra, squadra temprata dalle battaglie della vita più che da quelle del campo, non si è arreso. Al trentacinquesimo ha sprecato un’occasione così clamorosa che ancora oggi i tifosi presenti (tutti e diciassette) se la ricordano con un brivido. Forse la troppa emozione, forse la vista che tradisce: quando hai cinquant’anni suonati, distinguere la porta dal bar può diventare complicato, soprattutto al tramonto.
Il secondo tempo ha visto Bonati buttare nella mischia “forze fresche” – termine che negli Over50 va interpretato come “giocatori che non hanno ancora fatto la doccia fredda per i dolori articolari”. Ma il Farra ha dimostrato che l’audacia premia sempre: a quattro minuti dal termine, una “staffinata” da trentacinque metri (misurati con il metro da muratore del presidente) di Macoratti ha riportato tutto in parità.
Tempi supplementari che hanno prodotto un calcio “sterile e allo stremo” – descrizione che potrebbe tranquillamente adattarsi a metà degli spettatori presenti. Quando tutti si stavano già dirigendo verso l’area rigori con la velocità di una processione, ecco il colpo di teatro: Oleg Stegnjaja, con una “sassata” di sinistro che ha fatto tremare più le sue articolazioni che la rete, ha regalato la vittoria al Cerneglons.
Crollano a terra tutti i giocatori, chi per l’esultanza, chi per lo sfinimento, chi perché tanto doveva alzarsi prima o poi. La consegna del trofeo è avvenuta “con velocità fulminea”, non per fretta di gloria, ma perché il chiosco chiudeva e i “consueti fiumi di birra” non potevano aspettare.
Terzo tempo “sobrio senza grandi festeggiamenti” – anche perché dopo i cinquanta, festeggiare troppo significa risvegliarsi il giorno dopo come se fossi stato investito da un’autocisterna.
Una menzione speciale va all’arbitraggio “positivo e preciso”, con la piccola annotazione che “su qualche fuorigioco un paio di guardalinee competenti ci stavano”. Tradotto: quando l’arbitro ha la stessa vista dei giocatori, è democrazia pura.
In conclusione, una finale che ha dimostrato come la passione per il calcio non abbia età, anche quando l’età ha la passione per ricordarti che ce l’hai. Dzaferovic e Stegnajaja, i bomber della serata, hanno confermato che la classe è eterna – o almeno finché le ginocchia reggono.
E mentre i campioni di Cerneglons sollevano la coppa con la solennità di chi ha conquistato la Champions League (versione terza età), una sola certezza rimane: l’anno prossimo ci riproveranno tutti, perché quando hai cinquant’anni e il calcio è ancora la tua passione, ogni tramonto può diventare un’alba.
Viva lo sport, viva gli Over50, e viva chi ha ancora il coraggio di correre dietro a un pallone quando dovrebbe correre solo dietro ai nipotini.”
TABELLINO
CERNEGLONS-FARRA 2-1
Cerneglons – Bertolano Alberto, Cafarelli Massimo, Comino Rinaldo, Croatto Marco, Dzaferovic Adnan, Gorizzizzo Loris, Mancuso Roberto, Mariano Ivan, Marsico Gabriele, Miano Marco, Orlando Cristiano, Pilosio Andrea, Stegnjaja Oleg, Vizza Salvatore. Dirigenti: Buttò Luca, Cavallo Marco, Marchetti Alessandro, Bonati Maurizio.
Farra – Ballaminut Denis, Brumat Marco, Cescutti Igor, Chinello Gabriele, Coradazzi Paolo, Fenomino Antonio, Gomboso Bruno, La Malfa Luca, Macoratti Franco, Marletto Luca, Mazzero Diego, Piccolo Silvano, Pignolo Gabriele, Scridel Mauro, Spangher Luca, Suglia Gianvito, Vaccaro Antonio, Vittorelli Michelangelo. Dirigenti: Abriani Luciano, Mattioli Gianluca.
Marcatori: Dzaferovic (C), Macoratti (F), Stegnjaja (C).
Ammoniti: Bertolano (C), Scridel (F).
Arbitro: Fausto Bagnarol