L’adrenalina che può dare un viaggio in moto è forse la molla che spinge a scoprire nuove mete, a respirare una sorta di libertà dove sei padrone di te stesso, E’ un mondo dove magari alberga una sorta di paura che genera ansia, superata dalla prestazione. Bisogna essere cauti, affrontare il viaggio sapendo i rischi che si corrono. E l’arbitraggio, per fare una metafora, potrebbe proprio assomigliare a un cammino dove il centauro, che viaggia in solitaria proprio come il direttore di gara, cerca di stare attento a non commettere errori, ad aprirsi a nuove esperienze, a visitare emozioni sempre nuove. Passione per la moto che coinvolge l’arbitro Fiorello Truant, classe 53, personaggio appassionato anche di altre discipline come corsa e palestra. Attività che richiedono costanza ed abnegazione, doti che ha messo anche nel suo mestiere, il parrucchiere. Iniziato prima in un piccolo negozio, con perseveranza, assieme alla moglie, ha coronato uno dei suoi sogni, aprire una propria attività. Negozio dove si parla di tutto, si dialoga su molti argomenti, situazione che, forse, gli ha insegnato anche la dialettica da tenere sul rettangolo di gioco.
Che cosa ti ha spinto a fare l’arbitro?
“Dopo aver giocato per tanti anni a calcio e avendo allenato squadre, ho deciso di mettermi alla prova conl’arbitraggio che è da sempre una mia passione”.
Il tuo arbitro di riferimento?
“Mi ispiro a Collina perché mi è sempre piaciuto il suo metodo è l’ho sempre trovato giusto”.
Qual è la cosa più imbarazzante che ti è successa nel calcio?
“Mi sono trovato ad arbitrare una partita con le scarpe da ginnastica e non quelle da calcetto perché le avevo dimenticate a casa”.
Hai qualche rimpianto?
“Non aver iniziato prima ad arbitrare”.
Quali pensi siano le tue caratteristiche più apprezzate dalle squadre?
“Comunico spesso, spero in maniera chiara e specifica, con i giocatori mantenendo sempre il self-control”
Quali sono i consigli che ti sentiresti di dare alle squadre e/o ai tesserati?
“Cercare ogni tanto di comprendere le decisioni degli arbitri senza protestare”.
Ci racconti un aneddoto divertente che hai vissuto nel mondo amatoriale?
“Durante una partita che ho arbitrato a Pordenone è entrato un cagnolino in campo e tutti gli correvano dietro per riprenderlo. È stato un evento divertente, un episodio che non mi era mai successo”.