Nel cuore pulsante del Pertegada Calcio a 5 troviamo un atleta, Daniele Mosangini, che incarna la dedizione e la passione per lo sport, bilanciando sapientemente impegni familiari e professionali. Dopo aver militato in formazioni prestigiose come Lignano, Portogruaro e Bibione, nel 2017 ha abbracciato il calcio a 5, militando inizialmente nel Calcetto Lignano in Serie C per poi unirsi al Pertegada nel campionato collinare, contribuendo al successo di un team che fa della coesione la sua vera forza. Ma la vita di questo atleta è molto più che solo sport. È un padre orgoglioso di un bambino di due anni e mezzo e, insieme alla sua compagna Erika, è in dolce attesa di una bambina, la cui nascita è prevista per fine settembre. Professionalmente, la sua giornata è divisa tra due ruoli fondamentali: lavora come manutentore del territorio per il consorzio di bonifica e, quando può, dà una mano nella ferramenta di famiglia a Lignano Pineta, un’attività che lo vede coinvolto fin dall’età di sedici anni. In sintesi, il nostro protagonista è un esempio vivente di come passione sportiva, responsabilità familiari e impegni lavorativi possano coesistere, contribuendo a creare non solo un atleta di valore, ma un pilastro fondamentale per la sua squadra e la sua comunità. Con lui abbiamo parlato dell’ottima stagione del Pertegada c5.
Daniele Mosangini: passione, coesione, genio e sregolatezza, il segreto del Pertegada c5
Cosa rappresenta per il Pertegada riconfermarsi campione regionale lcfc?
“Sicuramente un traguardo importante, una grande soddisfazione per tutto il gruppo dai giocatori agli accompagnatori e tutte le persone vicine alla squadra che non mancano mai di supportarci. Non era facile considerando le squadre di livello incontrate, ma alla fine siamo stati bravi ed è andata bene”
Quali sono state le maggiori sfide affrontate dalla squadra durante la stagione che ha portato al titolo?
La nostra sfida principale è la difficoltà nell’allenarci con continuità. Tra infortuni, impegni lavorativi e familiari, fatichiamo a garantire la costanza necessaria. Nonostante ciò, riusciamo a tirare fuori il meglio quando serve, ottenendo buoni risultati nelle partite importanti e non solo.”
Come si costruisce un gruppo coeso come il vostro?
“Ci conosciamo praticamente da sempre, provenendo tutti dai paesi vicini e avendo militato in passato in diverse squadre locali, spesso anche insieme. Il merito di questo forte legame va sicuramente alla nostra dirigenza, sempre attivissima nel promuovere la coesione del gruppo anche al di fuori delle partite e degli allenamenti e attivissima nello stimolarci a stare insieme anche al di fuori delle partite e degli allenamenti.”
A livello personale quale potrebbe essere il tuo prossimo obiettivo sportivo?
“ Il mio obiettivo rimane sempre lo stesso: aiutare i miei compagni al massimo delle mie possibilità in campo e fuori e magari, in futuro, togliermi ancora qualche soddisfazione nel mondo del calcio a 5.”
C’è stato un gol o un’azione che ti ha fatto esultare più del solito, magari in un momento inaspettato? Raccontaci quel brivido!
“Non sono un tipo da esultanze plateali, ma devo ammettere che le due reti segnate nella finale regionale mi hanno davvero emozionato: il bellissimo gol al volo del nostro capitano Neri e il sigillo decisivo di Pinzin, che ha dribblato il portiere in velocità. Quella partita era tesissima, con i nervi a fior di pelle, e quei due gol hanno reso tutto indimenticabile.”
Quali sensazioni si provano ed essersi confermati campioni regionali?
” Una bella soddisfazione anche perchè le squadre con cui abbiamo dovuto competere sono state davvero forti come Palmanova e Danieli in primis che annoveravano giocatori di categorie superiori. Alla fine però l’abbiamo portata a casa noi e credo con merito per quello che si è visto sul campo.”
Fuori dal campo, come festeggiate di solito le vittorie? C’è un rito scaramantico o un modo di festeggiare che è diventato un classico della vostra squadra? “Alcuni dei miei compagni hanno dei riti scaramantici, ma preferisco non entrare nei dettagli pubblicamente altrimenti mi tolgono il saluto. Per quanto riguarda i festeggiamenti, siamo piuttosto bravi nel dopo partita; in particolare, alle finali nazionali nelle Marche, alcuni di noi si sono superati. Questo, però, fa parte del nostro gruppo e lo rende davvero speciale.”
Se dovessi descrivere la vostra squadra con una sola parola, escludendo “vincente”, quale useresti e perché?
“Direi che siamo una squadra “tosta”. Tosta perché riusciamo a scherzare e prenderci in giro fino a un minuto prima della partita più importante dell’anno, per poi, all’improvviso, essere concentrati al 100% e non mollare mai. Ovviamente, aiuta anche il fatto che tutti noi abbiamo avuto in passato esperienze in campionati importanti come Promozione o Eccellenza.”
Secondo te qual’è la ricetta vincente del Pertegada? “Il nostro punto di forza è senza dubbio l’unione del gruppo. Potrà sembrare banale, ma per noi è una realtà: mai una parola fuori posto tra di noi, siamo tutti estremamente disponibili. Che si giochi un minuto o un’intera partita, ognuno è considerato allo stesso modo e tutti siamo fondamentali per raggiungere i risultati. Certo, avere giocatori forti fa la differenza, non lo nego, ma non è l’unico fattore. Serve qualcosa in più, e il Pertegada Calcio a 5 ce l’ha. Questo “qualcosa in più” è fatto da Sandra, dal Presidente, da tutta la dirigenza che dedica tempo ed energie alla squadra; dal mister che, nonostante le “tirate d’orecchi” che riceve puntualmente da tutti noi, è sempre sul pezzo; e da noi giocatori, un mix di “genio e sregolatezza” che, a mio avviso, è la vera arma vincente del nostro team.”