Maurizio Toppan, dopo una decina d’anni di stop dal mondo degli amatori è ritornato in pista. Una sorta di ritorno di fiamma per un Vacile di cui lui è uno dei fondatori. Per i colori viola, in passato, ha ricoperto le cariche di segretario, calciatore, allenatore e, quando è stato contattato dall’amico Fabio Dreon, presidente da 10 anni e voglioso di staccare la spina, per rientrare in società non ha esitato a offrire la sua disponibilità divenendone subito il presidente. Forse si è riaccesa quella spinta emotiva che col passar del tempo si era sopita, forse quella passione per quella squadra che nel 1991 ha vinto il titolo era solo messa in stand by Maurizio, che ha gestito un negozio di articoli sportivi, sa come si comunica con le persone. E’ allegro, socievole, comunicativo, doti che anche in una squadra di calcio sono indispensabili per creare gruppo, per ottenere dei risultati. E poi ha l’energia giusta, gli stimoli a continuare una sfida iniziata nel 1988, ha la capacità di cogliere le opportunità anche quando gli altri sono titubanti, è un idealista che cerca di perseguire il suo obiettivo. Maurizio è anche per questo la persona giusta al posto giusto.
Maurizio, nel logo del Vacile è raffigurato un toro. Come mai questa scelta?
“Nel nostro logo è raffigurato un toro perché storicamente il nome Vacile deriva da vacca, paese di allevatori di bovini e quindi è stato scelto un toro, esempio di forza”.
Il Vacile sta facendo un ottimo campionato. Quali gli obiettivi prefissi?
“In effetti stiamo facendo un super campionato, certamente non previsto. La società aveva chiesto un’onesta salvezza e tuttora, per scaramanzia, continuiamo a chiederla; se poi ci si avvicinasse alla promozione non ci tireremmo certamente indietro. Qualche nuovo innesto e la mano sapiente di mister Renato Berton stanno facendo sì che i numerosi tifosi che ci seguono possano sognare ma l’ordine resta: volare bassi!”
Bisogna dire che avete anche molti validi collaboratori…
“Ho la fortuna di avere un bel gruppo di consiglieri e alcuni volontari sempre pronti a dare una mano, abbiamo in gestione l’impianto sportivo con annesso chiosco e questo aiuta molto.”
Siete una delle difese più ermetiche. E’ il pacchetto difensivo una delle vostre ricette vincenti?
“La difesa è l’arma in più di quest’anno ma è tutta la squadra che sta offrendo un ottimo rendimento e, pensando che la nostra età media è forse la più alta del girone, non posso che essere contento.”
Si è mai verificata, all’interno del gruppo squadra, una situazione in cui hai dovuto gestire qualche conflitto?
“Il gruppo è unito, solido e siamo stati chiari fin dall’inizio su diritti e doveri di ognuno; se a qualcuno non va più bene è libero di andarsene, ma per fortuna non abbiamo mai avuto questi problemi.”
C’è un giocatore avversario che ti ha impressionato per tecnica e correttezza?
“Di giocatori forti ne ho visti quest’anno, alcuni li abbiamo anche noi, ma voglio nominare Gert Mirashi del San Gottardo che contro di noi ha fatto cambiare idea all’arbitro rinunciando al rigore concesso dicendo di non aver subito il fallo: oltre ad essere un ottimo giocatore ha dimostrato una sportività più unica che rara.”
Siete con la LCFC da molti anni. Credi che le regole che vengono adottate siano in linea con il calcio amatoriale?
“In tanti anni di Lcfc abbiamo visto parecchi cambiamenti di regolamenti accettandoli sempre o, se richiesto, proponendo alternative come nelle recenti riunioni. Ci sembra il modo giusto per il calcio amatoriale.”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Il sogno nel cassetto è quello di riuscire a tenere alto il nome di Vacile nel mondo amatoriale e magari ripetere, prima o poi, il miracolo del titolo vinto nel 1991. Ma è proprio un sogno!”