Massimiliano Macuz comincia a frequentare lo sport nei campetti dell’oratorio dove giocava infinite partite a calcio e basket, Erano momenti ludici in cui s’imparava a vivere in gruppo, a creare una sorta di condivisione, a prendersi le proprie responsabilità ma anche a divertirsi
E li non c’erano regole scritte, si giocava fino al tramontar del sole e l’unica norma effettivamente applicata era chi segna vince. Ma quelle discipline che a Massimiliano piacevano tanto, per una serie di motivi, gli furono inibite e consigliate altre come nuoto e pallanuoto. L’amore per il calcio però è indelebile, le emozioni che quello sport offre gli rimangono dentro. L’occasione per riprendere a giocare arriva nel 1997/98. Alcuni amici d’infanzia lo coinvolgono, lo informano che vogliono costituire una squadra di calcio amatoriale e lo invitano a farne parte. La squadra nasce col nome di Atletico Gorizia, si allena in un campetto di frati cappuccini dove mancavano spogliatoi e docce. Ma non era un problema. La voglia di giocare, di divertirsi, di stare insieme prevaleva su tutto. Massimiliano che, allora come oggi ha un lavoro da “turnista”, non poteva dare continuità ad allenamenti/gare e la sua carriera di calciatore, considerato anche qualche acciacco alla schiena, ha avuto subito una parabola discendente. La passione però non è mai scemata, la squadra l’ha sempre seguita fino a che un giorno il presidente di allora, considerato che in quel periodo doveva risolvere alcuni problemi personali, gli chiese di prendere le redini della squadra rassicurandolo che questa sarebbe stata una soluzione momentanea. Ebbene da quel giorno sono passati 20 anni e Massimiliano, persona tenace e corretta, sorride pensando a quel momento. Forse quell’episodio gli ha cambiato la sua visione sportiva, lo ha reso una persona flessibile che ha saputo imbastire relazioni importanti mantenendo un gruppo a cui cerca di trasmettere i suoi ideali quali, rispetto, divertimento, socializzazione e aggregazione.
Presidente, se dovessi presentare al pubblico la tua squadra come la descriveresti?
“La nostra squadra accetta chiunque voglia praticare il calcio anche se non ha avuto esperienze precedenti o potrà venire solo qualche volta a causa del lavoro o motivi familiari. La nostra porta è sempre aperta a tutti, l’importante è avere voglia d’impegnarsi, correttezza e rispetto verso la società e i compagni di squadra e fare gruppo”.
Raccontaci i vostri inizi.
“Siamo partiti iscrivendoci al torneo invernale triestino che allora si chiamava” Coppa Alabarda” e in seguito “ Lega calcio Nord/Est”. Tutte le partite erano infrasettimanali e le nostre gare casalinghe le giocavamo tra Monfalcone, Staranzano e Sagrado. A Gorizia non c’era posto per noi. In quei tornei poche vittorie ma ci divertivamo da matti”.
Secondo te perchè nella città di Gorizia ci sono poche realtà amatoriali?
“Gorizia e una piccola città che ha tante strutture per praticare il calcio ma che sono molto vecchie e andrebbero risistemate, aggiornate con campi sintetici e illuminazione a basso consumo. Il comune non ha le finanze per sistemarle e tanto meno ha voglia di darle in gestione a società amatoriali. La morale della storia e che puoi anche creare una squadra, ma se partecipi ad un campionato devi avere la certezza di avere una struttura dove praticare allenamenti e gare”.
Quest’anno siete in un girone di ferro, quali sono le avversarie che ti hanno maggiormente impressionato?
“Il nostro girone, seppur una divisione bronzo, ha visto l’esordio nel campionato collinare di 4/ 5 squadre provenienti dalla figc amatori. Alcune di queste sono delle squadre forti con un parco giocatori di qualità ed esperienza. Inoltre, avendo alle spalle un lungo passato amatoriale, sono ben strutturate e organizzate. Amatori Pieris, Inter San Sergio e Altura Trieste hanno un passo in più rispetto alle altre del girone e la classifica conferma”.
Gli am. Gorizia sono da molto tempo sul palcoscenico amatoriale. Quali sono gli obiettivi futuri?
“Saranno sicuramente quelli di consolidare la collaborazione con l’Azzurra Gorizia che ci permette di giocare nella loro struttura, aumentare il numero di dirigenti in modo da distribuire le varie mansioni a più persone e far conoscere di più la nostra squadra in maniera di permettere a ragazzi giovani e meno giovani di unirsi a noi”.
Quali sono i valori su cui basi la tua vita sportiva?
“Uno dei valori a cui tengo particolarmente sono il rispetto reciproco verso compagni di squadra, avversari e arbitro”. Inoltre ritengo che la determinazione a raggiungere gli obiettivi prefissati sia fondamentale”.
Come intitoleresti la tua biografia?
“Il titolo adatto ad una mia ipotetica biografia sarebbe sicuramente Presidenti non si nasce, si diventa”.