Affezionato al sapore di un calcio antico, quasi romantico, Salvatore Cimmino, assieme ai dirigenti e al gruppo storico, sta cercando di ricreare questo contesto nella sua squadra, il Club Altura Trieste. Vissuto ruoli importanti nel calcio professionistico, ha capito che lo sport deve essere giocato con passione, che i valori economici sono deleteri in un mondo alternativo in cui deve prevalere il divertimento, l’aggregazione e la socialità. Il calcio amatoriale è un ambito diverso dove ci dev’essere la voglia di passare alcune ore di puro relax e la volontà di uscire da quelle gabbie emotive date dallo stress quotidiano.
E’ chiaro che, anche qui, si scende in campo per cercare la vittoria ma se si perde non si fa nessun dramma. Salvatore, in Friuli dal 2007 e tifosissimo della Juve Stabia, è un atleta a tutti gli effetti visto che, oltre a cimentarsi sul tappeto verde, pratica atletica leggera con discreti risultati. Una disciplina dove si impara a confrontarsi con gli altri, a rispettare l’avversario e a riconoscerne i meriti, tutte doti che poi possono essere traslate in altri contesti sociali. E Salvatore, dipendente della Regione FVG, sa che questi valori sono importanti per vivere qualsiasi associazione e grazie alla sua sensibilità ed empatia cerca di trasmetterli anche in un calcio a volte troppo conservatore e condizionato dai processi televisivi.
La tua squadra ha giocato per moltissimi anni nel campionato amatori FIGC. Com’è stato immergersi in una realtà come la Lega Calcio Friuli Collinare?
“Onestamente è stata volontà della squadra cambiare campionato per una serie di motivi. La Lega Collinare Friuli Collinare ci è parsa molto organizzata e soprattutto abbiamo notato una certa elasticità, elemento molto importante in queste categorie. Non siamo dei professionisti, siamo amanti del calcio ma abbiamo anche impegni lavorativi e familiari”.
Rispetto alla stagione scorsa, avete portato dei rinnovamenti dal punto di vista tecnico? Se si quali, in che settori del campo?
“Alla fine dello scorso campionato alcuni elementi hanno deciso di non continuare per motivi personali. Abbiamo, quindi, provveduto a rinforzare l’organico anche con elementi giovani un po’ in tutti i settori ma in particolare a centrocampo e nel reparto offensivo inserendo elementi di qualità ma, soprattutto, ragazzi che condividessero le nostre idee ed i nostri valori: fare squadra, divertirsi e perché no provare a vincere. Devo dire che ad oggi siamo molto soddisfatti perché il gruppo sembra molto unito: non è casuale numerosa partecipazione agli allenamenti ed ai terzi tempi”.
Quali sono i componenti della rosa più rappresentativi?
“Credo che il gruppo storico di cui fa parte anche il mister Cocolo sia fondamentale nella sua funzione di aggregazione. A mio parere abbiamo una rosa molto completa sotto tutti gli aspetti: ci sono elementi molto dotati tecnicamente, calciatori che lottano su ogni palla, altri fondamentali dal punto di vista tattico, altri che fanno della corsa il punto di forza e c’è pure qualche elemento che abbina più caratteristiche di quelle sopra descritte”
C’è un libro a tema sportivo che ti ha lasciato un segno?
“Ho letto qualcosa in merito alla storia del grande Torino ma in verità sono in attesa di leggere il libro “Ci alleniamo anche se piove?” perché ritengo rappresenti una vera dichiarazione d’amore verso uno sport, il calcio, che è la realizzazione del sogno di tutti i ragazzi della mia epoca e non solo”.
Qual è il sogno nel cassetto del club Altura?
“Sicuramente provare a costruire un gruppo forte in campo e fuori che possa durare negli anni basandosi su quelli che reputo siano i pilastri di una squadra di calcio amatoriale ovvero aggregazione, voglia di fare e goliardia”.
Tu che hai fatto parte dell’ufficio stampa in una squadra di serie C e conosci bene il mondo dell’informazione e della comunicazione. Come valuti la parte “giornalistica” della LCFC?
“Sinceramente sono rimasto positivamente impressionato per la mole di informazioni, articoli, foto e highlights riservate esclusivamente a squadre amatoriali. La cosa che più mi ha colpito è stato l’essere stato contattato subito il giorno dopo la prima gara ufficiale con tutta una serie di richieste molto precise; veramente una piacevole sorpresa”.
Lo sport è fatto di emozioni. Qual è l’emozione che in te si palesa più spesso?
“Faccio una battuta in premessa: quando vedi due bambini in spiaggia che giocano a calcio il terzo che si aggrega sono io. Diciamo che il giorno della partita sono sempre un po’ agitato. Spesso quando giochiamo fuori casa mi piace arrivare qualche minuto prima del raduno per entrare in campo ed iniziare ad “assaporare” la partita magari cercando di verificare le condizioni del terreno di gioco, i punti dove il pallone potrebbe rimbalzare male insomma una serie di gesti per esorcizzare l’inevitabile tensione del match”.
Obiettivi per questa stagione?
“Non ci siamo posti obiettivi specifici perché non conosciamo a fondo il livello tecnico degli altri organici. Però è ovvio che si gioca ogni partita per vincerla. A fine stagione tireremo le somme”.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Voglio ringraziare i nostri sponsor ovvero Trattorie Le Barettine, Enoteca Tutt e WolfBar per il loro grande sostegno”.