Luciano Pirioni, dopo 35 anni di attività amatoriale e 1388 partite dirette, a causa di qualche acciacco fisico, mette in cantina il fischietto. Sarà difficile non preparare più la borsa per andare ad arbitrare, vivere quelle emozioni che solo una partita di calcio di regala, tornare a casa cosciente che gli sono piovuti addosso complimenti per la sua prestazione.
Luciano ne è consapevole ma ha capito che è arrivato il momento di cambiare e, seppur a malincuore, ha preso questa sofferta decisione. D’altronde, lui che lavorava in ferrovia come macchinista, sa che i binari ad un certo punto si diramano e che bisogna prendere la scelta giusta per trovare la direzione che ti porta ad un viaggio tranquillo. Pirioni però non è persona da divano, ed ora che sarà più libero potrà dedicarsi all’altra sua grande passione: la montagna. D’estate scala le alte cime e d’inverno si dedica allo sci, attività che gli hanno insegnato che, per raggiungere qualsiasi traguardo, bisogna perseverare e fare fatica. Forse, anche attraverso le sue escursioni, ha capito che quando sei in difficoltà hai bisogno di qualcuno che ti aiuti. Concetto che ha travasato nel volontariato, settore in cui spende il suo tempo libero collaborando con AFDS (Associazione Friulana Donatori di Sangue), ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo), e la sua parrocchia (Comunità di San Domenico).
Insomma una persona speciale che lascerà un vuoto in Lcfc. “ Credo che Luciano – dichiara il responsabile del settore arbitrale Bruno Comuzzi – sia stato uno dei migliori arbitri per qualità ma anche per come gestiva le gare. Mai sopra le righe, sempre autorevole e disposto al dialogo ha lasciato un segno indelebile. A nome del settore e di tutti i consiglieri della Lcfc un grazie infinito”.
Prima di salutarlo lo abbiamo intervistato:
Ricordi qual è stata la prima partita che hai diretto?
“La prima in assoluto è stata nel 1973 a Zompicchia, campionato FIGC giovanissimi. La prima partita con gli amatori invece l’ho arbitrata il 15 novembre 1986 a Pulfero, tra Real Pulfero e Fagagna: era una partita valida per il campionato collinare, terminata col risultato di 2 a 0″.
Qual è la squadra che con i suoi atteggiamenti ti ha messo più in crisi?
“Con la mia filosofia di arbitrare riuscivo molto spesso con le parole a smussare gli angoli. Certamente dove c’era ignoranza avevo qualche difficoltà ma, a livello generale non c’è stata una squadra che mi ha messo in crisi. Di solito ero rispettato e ben voluto”.
Hai lasciato parecchi amici nel settore. Dall’alto della tua esperienza che consigli puoi darli per proseguire il loro percorso?
“Certamente ai miei colleghi non servono consigli, almeno quelli coi capelli bianchi come me. Per i più giovani direi che usare il buon senso aiuta”!
Raccontaci un tuo pregio.
” Cerco di utilizzare il buon senso anche nella vita quotidiana”.
Raccontaci un tuo difetto.
“Tanti, non basterebbero pagine e pagine per descriverli”.
Sei un arbitro che preferiva il dialogo al cartellino. Questa filosofia ti ha ripagato durante la tua avventura?
“Senz’altro sì, comunque dipendeva chi avevi davanti a te. Se però incontravi ignoranza e superbia qualche volta dovevo cambiare sistema”.
La partita di calcio che non dimenticherai mai?
“03/07/2004, semifinale del campionato nazionale UISP a Chianciano Terme. Io primo arbitro con un collega molto giovane e inesperto. Partita bellissima, squadre toste e corrette, forse anche per il nostro comportamento. Molto pubblico che si faceva sentire con il tifo. È andato tutto liscio, tant’è che ho ricevuto degli elogi dal commissario di gara che era venuto ad assistere alla partita”.
Hai qualche aneddoto da raccontare che ti ha capitato durante la tua carriera?
“Ve ne racconto due. Torneo a Colugna fra frazioni del comune di Tavagnacco, circa 10 anni fa. Dopo uno scontro di gioco tra attaccante e portiere, presi la decisione di dare il fallo dell’attaccante. Questi protestò ma il gioco comunque riprese. L’attaccante continuò a protestare anche vistosamente perciò, alla prima interruzione, chiamai vicino a me l’attaccante e con calma gli dissi: “innanzitutto l’educazione!”. E lui mi rispose con arroganza: “nessuno me l’ha insegnata!”. Perciò, davanti a questa risposta da parte di un quarantenne, estrassi il rosso sperando che capisse la sua stupidità.
Torneo dei bar di Flambro, circa 30 anni fa. Mi apprestai a iniziare la gara e alcuni giocatori di entrambe le squadre mi dissero che erano entrambe eliminate e giocavano per divertirsi in attesa del terzo tempo con grigliata dove mi invitarono a fermarmi. Presi la gara un po’ sottogamba e la mia leggerezza nel valutare alcuni falli finì per riscaldare gli animi e innervosire la gara stessa. Il risultato fu due espulsi e qualche ammonito, ma tutto sommato niente di grave. Le due squadre fecero la grigliata assieme lo stesso e partecipai pure io; tuttavia penso che, se fossi stato più concentrato dall’inizio, probabilmente sarebbe finita diversamente. Questa partita la ricordo perché mi ha insegnato che bisogna non abbassare mai la guardia, essere sempre concentrati e non rilassarsi. Ho fatto esperienza senza pagare il dazio; fosse stato campionato, forse avrei avuto un conto salato”.
Finali arbitrate da Luciano Pirioni
Finale Coppa Friuli c5 (1998/99)
Finale Campionato Friuli Collinare c5 (1999/00)
Finale Coppa Rosa (2006/07)
Torneo over 40 c5 2015/16
Torneo over 40 c5 2017/18