Da sempre gioca in difesa, mansione che lo ha visto, nelle sue esperienze giovanili, spesso protagonista come difensore centrale o come terzino, quest’ultimo ruolo che predilige. Consapevole di avere qualche lacuna tecnica, compensa queste mancanze con attenzione tattica e grinta. Mauro Calligaris, classe 93, si definisce il classico difensore di provincia, pochi piedi ma tanto cuore, anche se in realtà sa di essere giocatore duttile, pronto a sacrificarsi per il bene del collettivo ma anche disposto a qualche sgroppata in attacco. Grande appassionato di calcio (non toccategli l’Inter), è un ragazzo a cui piace stare all’aria aperta cercando momenti di relax con passeggiate e giri in bicicletta. In generale Mauro, che ha sempre vissuto a Cormòns, è una persona molto competitiva a cui non piace mai perdere, nemmeno nei giochi da tavolo con gli amici. Per questo cerca sempre di dare il massimo in qualsiasi situazione della vita provando a trasformare la sua voglia di vincere in energia positiva che gli permetta di mantenere una buona autostima di se. E l’impegno per raggiungere i suoi obiettivi c’è sempre, anche quando qualche difficoltà, gli ostacola il cammino.
La vostra denominazione (Tartarasaray) è alquanto inconsueta. Che origini ha?
“In una serata tra amici di 7/8 anni fa, di quelle che iniziano al pomeriggio e finiscono a tarda notte, tra mille discorsi di calcio e non solo, a un certo punto è stato quasi naturale unire il nome della squadra turca Galatasaray con il cognome di uno dei nostri membri fondatori (Federico Tartara). Da li è cominciato tutto. La squadra c’era già e il nome cambiava ad ogni torneo estivo, ma da quel momento è rimasta Tartarasaray”.
Siete una squadra appena costituita o avete partecipato ad altre manifestazioni?
“Abbiamo iniziato con i tornei estivi della nostra zona e con le classiche partitelle del venerdì durante l’inverno. A un certo punto abbiamo deciso di dare un senso a questa squadra, visto che le presenze erano sempre numerose e che la voglia di fare era tanta. Possiamo annoverare presenze alla Gorizia Cup, torneo storico di calcetto, ai tornei di Cormons (poi interrotto per Covid) e del Matchball di Torreano dove abbiamo giocato le ultime due stagioni. Di quest’anno la decisione di cambiare e di provare l’avventura del calcio a 5 amatoriale. Ci confrontiamo con una realtà diversa da quello a cui eravamo sempre abituati, incontreremo sicuramente delle difficoltà ma siamo motivati e abbiamo entusiasmo”.
Da quello che racconti pare che la vostra squadra sia fondata sull’amicizia…
“Esatto. Il Tartarasaray è una squadra composta da amici che si conoscono da anni, molti addirittura fin da bambini. La squadra è stata fondata da ragazzi cormonesi, tutti orgogliosi della propria origine e di rappresentare il proprio paese, anche se in competizioni “da bar”. Negli anni abbiamo sempre cercato, e tuttora lo facciamo, di avvicinare il più possibile ragazzi della zona per integrare il gruppo, ma sempre provando a restare fedeli ai nostri principi. La forza di una squadra è prima di tutto il gruppo, lottare assieme per qualcosa in cui ci si identifica è un piacere ma soprattutto un onore. Dietro di noi non c’è una società che ci aiuta, e probabilmente il fatto di sentirci responsabili non solo della sfera sportiva ma anche di quella “dirigenziale” è stato un nostro punto di forza. Negli anni ci sono state grandi soddisfazioni e anche alcune delusioni, ma la cosa che più ci rende felici è che dopo tanto tempo siamo ancora uniti e che il Tartarasaray esiste ancora”.
Prime impressioni sul campionato della Lcfc?
“Il campionato della LCFC è una bella sfida. Innanzitutto siamo contenti di partecipare finalmente a una competizione “ufficiale”, con un’organizzazione chiara e una dirigenza strutturata e disponibile”.
Esperienze nel calcio a 5?
“La nostra esperienza nel calcio a 5 è praticamente nulla, non ci alleniamo e quindi in questa stagione siamo partiti da zero. In questi primi due mesi posso dire che siamo migliorati partita dopo partita, cercando di aggiungere sempre qualcosa in più rispetto alla gara precedente. I risultati sono un po’ altalenanti, ma sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata una stagione non facile. Quello che ci poniamo come obiettivo è di arrivare a fine anno con un bagaglio tecnico e di esperienza migliore. E per quello che sto vedendo ora posso dire che siamo sulla strada giusta”.
Da quello che percepisco siete tutti ragazzi provenienti dal calcio a vostri giocatori che arrivano da calcio a 11?
“Tutti i membri della nostra squadra hanno un passato nelle giovanili di qualche società locale del calcio a 11, mentre il nucleo storico è composto da ragazzi che hanno giocato per anni nelle giovanili della Cormonese. A livello di futsal nessuno possiamo contare solo su quanto appreso negli ultimi anni partecipando a campionati a 5+1 o 6+1”.
Mi dicono tu sia un appassionato lettore…
“Un grande hobby che ho è la lettura, i miei libri preferiti sono i gialli e i romanzi storici. Ogni tanto mi piace guardare anche qualche cartone animato giapponese. Il preferito è Dragonball, con il quale sono letteralmente cresciuto guardando gli episodi in tv fin da quando ero bambino”.
Quali sono gli obiettivi che vi siete posti?
“Considerando che per noi è una sorta di anno zero, l’idea è quella di migliorarci come squadra e come singoli e, perché no, toglierci qualche soddisfazione. Più in generale il nostro obiettivo è di proseguire in questa nostra avventura come Tartarasaray, cercando di trovare nuovi elementi da aggiungere alla rosa (magari anche qualche giovane) e di continuare a divertirci dentro e fuori dal campo, senza dimenticarci da dove veniamo e cosa abbiamo creato in questi anni”.
Chi è il vostro miglior giocatore in campo e quale nel terzo tempo?
“La nostra squadra ha sempre messo il collettivo al primo posto, anche perchè il livello tecnico generale non è altissimo. Parlando di singoli però il nostro giocatore migliore è Alberto Bastiani: bomber storico del Tartarasaray e vincitore di diversi trofei di capocannoniere. In caso di assenza, la sua mancanza si fa sentire sia a livello realizzativo che per quanto riguarda la costruzione del gioco. Ma le faccio anche un secondo nome, ovvero quello del nostro portiere: Lorenzo Braida. Lo abbiamo visto compiere diversi miracoli e più volte si è rivelato decisivo.
Nel terzo tempo ci difendiamo tutti molto bene, lo dimostrano le diverse coppe chiosco vinte. Se mi chiede un nome però le dico Enea Musina: anima goliardica della squadra, genio (in)compreso e pittoresco animatore di tante serate cormonesi. Tra l’altro il nome della squadra è nato proprio da una sua geniale intuizione”.
Quali sono i sogni sportivi del Tartasaray?
“Ci piacerebbe vincere il torneo dei bar che annualmente si disputa a Cormons. E’ un torneo che molti di noi da bambini seguivano a bordo campo, fantasticando un giorno di poterlo giocare e magari vincerlo. Essendo per la maggior parte cormonesi, giocare davanti al nostro pubblico è un grande orgoglio ed è veramente emozionante parteciparvi. Per ora il miglior risultato è stata una semifinale persa ai rigori nel 2022. Speriamo di poterci migliorare”.
Un tuo bilancio personale a questo punto della tua vita?
“In generale posso dire di essere contento della mia vita, ho una bella famiglia, una fidanzata meravigliosa e tanti amici che per me sono come fratelli, non potrei chiedere altro”.
In campo amatoriale si fatica a trovare finanziamenti per l’attività. Voi come riuscite a gestire questo aspetto?
“ Da sempre siamo abituati ad autofinanziarci anche se in passato alcuni bar ci hanno dato una grande mano. In questa stagione, per ora, possiamo contare solo su noi stessi. Vedremo nei prossimi mesi se ci saranno novità”.