Sono oltre 45 anni che la classe di Silvano Della Pietra brilla sui campi di calcio. Da sempre appassionato di questo sport, forse intimorito dal gioco fisico interpretato dai professionisti, non lo hai mai praticato. Ma quel mondo lo ispirava, la passione per la disciplina lo invogliava a mettersi in gioco.
L’occasione arrivò nel 1977 quando, su consiglio di suo fratello Remo, si iscrisse al corso arbitri. La sua caratura tecnica si notò da subito tanto che un giornalista, dopo una splendida stagione come direttore di gara nel campionato carnico, lo definì il principe del fischietto. Definizione che da allora gli è rimasta incollata addosso tanto che anche oggi, quando qualcuno lo riconosce, lo chiama con quell’appellativo. Fu l’inizio di una grande carriera arrivata all’apice quando fu premiato, su segnalazione del commissario della CAN C Gigi Agnolin, dall’allora presidente FIGC Matarrese come miglior arbitro esordiente della serie C. Nella stagione 92/93 è stato tra i candidati per passare alla CAN A e B ma poi, per una serie di vicissitudini politico sportive quel salto non lo fece. Deluso da alcune situazioni decise di dimettersi da un percorso fatto di soddisfazioni, ricordi, esperienze indelebili che lo hanno fatto crescere come uomo e arbitro. Il successo di Silvano, nato a Comeglians, è probabilmente dovuto anche alle sue caratteristiche caratteriali come semplicità, spontaneità e umiltà. Doti che gli sono state riconosciute in più ambiti e che probabilmente sono state percepite anche dai moltissimi giocatori con cui, in tutti questi anni, si è confrontato e con i quali raramente ha avuto grosse contestazioni. D’altronde Silvano è una persona che in campo ti dice le cose come sono, valuta realisticamente la situazione, dialoga con i giocatori, cerca di far capire che tutti possono sbagliare. E poi difficilmente è lontano dall’azione, il suo fischiare, ne troppo corto ne troppo lungo, trasmette sicurezza.
Silvano, oltre al calcio, hai qualche altro hobby?
“Mi piace andare a correre per i boschi. Quello che definisco un silenzio assordante mi rilassa e ricarica. E’ un momento per pensare, per uscire dalla quotidianità e immergersi nella natura credo sia un piacere che val la pena concedersi”.
Qual è la squadra o il giocatore che con i suoi atteggiamenti ti ha messo più in crisi?
“ In linea generale, nel 99% dei casi i giocatori, nei miei confronti, sono tutti rispettosi e cercano il dialogo. Però,nella mia carriera, ho avuto un paio di giocatori che protestavano a prescindere dalle decisioni creandomi qualche fastidio. Per quanto concerne le squadre non ho mai avuto sentore di atteggiamenti irriguardosi”.
Il tuo piatto preferito?
“Da buon carnico polenta e frico”.
Un tuo difetto e un tuo pregio in campo arbitrale?
“ In qualche caso, nonostante pensi di aver preso la decisione giusta rimango deluso dalla mancata comunicazione con qualche giocatore che non analizza il momento in maniera corretta. Per quanto riguarda il pregio, appena vedo la lista gara, mi piace memorizzare i nomi dei giocatori. Credo che personalizzare il rapporto dimostrando attenzione anche sul nome, sia un plus nella direzione”.
Ricordi la tua partita d’esordio nella Lega Calcio Friuli Collinare?
“A Cerneglons tra Warriors e il Real Pulfero, Subito designato per una partita di cartello”.
Tu hai arbitrato a livelli eccellenti. Che consigli daresti a un ragazzo/a che vuole tentare la carriera arbitrale?
“Credo che l’importante sia seguire la propria passione con grande umiltà ed educazione. Affrontare con queste caratteristiche il percorso arbitrale, oltre ad acquisire peculiarità tecniche, crescerà anche come autostima e personalità”.
La partita di calcio che ti ha lasciato un ricordo indelebile?
“Al vecchio stadio Appiani di Padova, nel 1991, dove ho arbitrato l’amichevole tra il Padova, in quegli anni in serie A, e il Real Madrid di Luis Enrique, Butragueno, Hagi, Hierro etc etc. Arbitrare una partita di grande livello mi ha regalato subito grandi emozioni e mi ha reso consapevole delle mie potenzialità”.
Secondo te c’è qualche regola del gioco che andrebbe cambiata per rendere la disciplina ancora più amatoriale?
“Credo che le regole attuali soddisfino e necessità del calcio amatoriale della Lcfc”.
Come reagisci in campo di fronte a un giocatore che critica il tuo operato?
“Cerco il dialogo spiegandogli l’errore commesso”.
C’è una partita che vorresti arbitrare di nuovo?
“Sinceramente non c’è una partita che vorrei arbitrare di nuovo. Ogni partita ha la sua storia, positiva o negativa, l’importante è approcciarsi alla gara con umiltà e dare il 100% non prendendo mai nessuna gara sottogamba”.