Si dividono le strade della Lega Calcio Friuli Collinare e dello Csen. Il provvedimento è maturato nel Consiglio direttivo del 31 luglio, seduta dove si è deciso l’uscita da un Ente di promozione sportiva con cui c’è stata collaborazione per dieci anni. Un fulmine a ciel sereno, una valutazione affrettata, un colpo di spugna improvviso? No, una decisione meditata e sofferta soprattutto perché rapporti e stima con lo Csen regionale sono ottimi. Il fulcro del problema è la struttura nazionale con cui si era iniziato un percorso comune che prevedeva la crescita del settore calcio attraverso un progetto ad ampio raggio. Formazione, identificazione delle peculiarità territoriali, gestione di un campionato nazionale con regole comuni , erano alcuni punti concordati con il Presidente nazionale dell’Ente. L’incarico era stato conferito a Giampaolo Bertoli, uno dei presidenti storici della Lcfc, e fautore di grandi battaglie di politica sportiva. Aveva tracciato la strada, stava cominciando a raccogliere i frutti delle sue idee. Ma poi, quando il meccanismo cominciava a muoversi qualcosa è cambiato, sono entrati in gioco fattori e interessi che non prevedevano più lo sviluppo del calcio amatoriale e Bertoli è stato estromesso assieme alla filosofia che lo aveva spinto a un cambiamento, probabilmente non così gradito. Questo ha portato parecchia confusione nelle varie organizzazioni dei campionati nazionali, anche a detta di qualche nostra squadra regionale, ma soprattutto ha offuscato una politica sportiva ad oggi indecifrabile. Questo limbo istituzionale dello CSEN ha fatto partire vari ragionamenti su cosa serva rimanere in un contesto dove non c’è un futuro comune e quali opportunità la Lcfc abbia da offrire in campo nazionale ai suoi tesserati. Argomenti che hanno “scaldato” il Consiglio direttivo della Lcfc che, alla fine, ha deciso di migrare verso un altro Ente con il quale può aprirsi uno spiraglio dove poter correre “assieme”, la Libertas.
Parla di disdetta sofferta il Presidente della Lcfc Daniele Tonino: >> Le riflessioni che abbiamo fatto sono esclusivamente di carattere nazionale. Purtroppo, dopo l’uscita di scena di Giampaolo Bertoli, non abbiamo più le garanzie per continuare una collaborazione. Quanto accaduto a livello nazionale ci ha fatto disamorare di un progetto, ora dismesso, che ha allontanato dall’Ente anche altre persone coinvolte. Inoltre i contatti con lo CSEN Nazionale sono sempre più radi, non c’è la possibilità di un confronto, di ascolto. Siamo abituati a mettere in primo piano gli interessi delle nostre associazioni e non possiamo interporle a rapporti di convenienza. Sapevamo che il progetto era difficile e la strada lunga ma nei primi anni c’è stata un apparente volontà di costruire qualcosa assieme. Poi, piano piano, si è spento il faro che illuminava le idee, la luce si è affievolita, c’era il rischio di navigare in acque agitate. Svanita questa opportunità, senza entrare nel merito di una serie di situazioni gestionali non condivise, abbiamo deciso di svincolarci. Forse, siamo ancora troppo puri e fermi sulle nostre idee per confrontarci con strutture dove l’attività è vista solo attraverso i numeri e dove la passione, le emozioni e il coraggio di cambiare non sono ancora pronti ad approdare.>>