E’ arrivato il freddo. Poche e semplici regole per la prevenzione degli infortuni dell’atleta nei mesi invernali sono utili.
Arrivato l’inverno le temperature si abbassano, i campi diventano sempre meno invitanti per la presenza di acqua, ghiaccio o neve, ma …. “the show must go on”. In questi periodi si assiste a una “fisiologica” riduzione degli atleti che possono proseguire l’attività; le ragioni sono molteplici: l’infortunio, e la malattia (come l’influenza) sono le principali cause che determinano uno stop dell’atleta anche per settimane.
Ma cosa succede al nostro organismo quando lavora a basse temperature?
Possiamo dire in termini molto generali che le nostre strutture sono più “rigide” per fenomeni di termoregolazione e fisiologici di adattamento al freddo, e allora i nervi saranno meno reattivi nel trasporto del segnale, i muscoli e i tendini meno elastici, i nostri movimenti quindi saranno più “impacciati, e i tempi di risposta più lenti. Inoltre a basse temperature siamo più esposti a infezioni virali o batteriche e quindi anche il sistema cardiorespiratorio ha un suo ruolo importante. Per fare un esempio banale, a basse temperature i nostri riflessi saranno intorpiditi, sarà quindi più facile cadere, cadendo i traumi provocheranno più danni perché le nostre strutture sono più rigide (ciò che è meno elastico si spezza più facilmente), risultato: è più facile farsi male!
Tuttavia possiamo ridurre la percentuale degli infortuni e di patologie adottando semplici strategie.
- Prima bere: una buona idratazione va sempre rispettata (almeno 500 – 700 cc di acqua a temperatura non troppo bassa) prima dell’attività fisica; l’acqua rende i tessuti più elastici.
- Cosa mi metto: l’abbigliamento per lo sportivo è importante come la macchina per il pilota…. Coprirsi adeguatamente facilitando la traspirazione dei tessuti senza disperdere la temperatura (vestirsi “a strati” può essere un’idea) , scarpe adatte al tipo di terreno nel quale si pratica etc
- Warmup: la termoregolazione nel freddo induce una riduzione della vascolarizzazione alla periferia del corpo che prima dell’attività dovrà essere ripristinata; un buon riscaldamento e una buona mobilizzazione articolare sono fondamentali per ridurre il rischio di traumi quali: distrazioni o strappi muscolari, tendiniti, artriti e cadute (con conseguenti eventuali traumi da contatto fino alla frattura ossea).
- Respirare: nei mesi freddi, finché è possibile (quindi per impegni medio bassi), è meglio respirare dal naso che svolge una funzione di riscaldamento e di umidificazione dell’aria, evitando un trauma termico per bronchi e i polmoni e migliorando gli scambi di ossigeno (il carburante dei nostri muscoli e del nostro cervello); inoltre in questo modo preveniamo anche la possibilità di infezioni virali o batteriche.
- Bere ancora: se l’attività dura sopra i 45 minuti sarebbe bene reintegrare con altri 200 – 300 cc
- Alla fine… asciugarsi e coprirsi: dopo l’attività fisica i nostri muscoli sono irrorati abbondantemente, i nostri vasi in periferia sono dilatati (vasodilatazione periferica), determinando un passaggio dei liquidi dal sangue verso i tessuti (sudorazione)… è un po’ come se avessimo forzato il meccanismo di termoregolazione all’inverso di come dovrebbe andare, perché vasodilatazione e sudorazione sono tipici dei mesi estivi. Questa situazione vascolare determina una grande dispersione di calore, che deve essere evitata. E’ consigliabile quindi al termine dell’attività asciugare dal sudore pelle e capelli e proteggere il corpo dalle basse temperature (anche se la percezione è quella di stare bene perché il nostro corpo è riscaldato in quel momento). Anche questa semplice strategia riduce il rischio di infezioni batteriche e virali.
- E ancora acqua: al termine della attività è meglio integrare i liquidi con altri 500 – 700 cc di acqua.
Piccole semplici strategie, ma dalla grande efficacia che possono aiutarci a superare i mesi più rigidi…. In attesa del sole!
Dott. Enrico Salis
Pubblicato anche Su Tremila Sport del 17/02/2012