Paolo, che svolge l’attività di fotografo da più di vent’anni, ha trasformato quella che originariamente era una sua passione in lavoro. Inizialmente il suo carattere poco paziente lo frenava verso questa scelta perché la professione che ambiva impone costanza, calma e serenità.
Ha lavorato sul suo carattere, ha cercato la forza per cambiare. Una metamorfosi riuscita per realizzare il suo sogno dove la passione è risultata lo stimolo più forte per centrare l’obiettivo che si era posto. Da molti anni collabora con la LCFC, le sue foto accompagnano le gesta dei tesserati e i suoi scatti, spesso, regalano attimi intensi di come viene vissuto l’evento sportivo. Ha esperienze anche di sport praticato e forse, proprio in quelle occasioni, ha cominciato a focalizzare la sua attenzione sulle gioie che una foto può regalare. Sono semplici ricordi che, magari, vengono presi come qualcosa di scontato ma che, a lungo termine, riguardandoli, fanno fare un salto nel passato. Ha giocato a calcio a 5 negli anni 90 con la squadra del Tarcento, ha praticato atletica a livello amatoriale poi ho lasciato lo sport per motivi di lavoro. E’ una persona positiva che concede fiducia agli altri perché – afferma – se viene ricambiata mi riempie di soddisfazione.
Paolo, come hai deciso di fare il fotografo?
“Quando ho voluto cambiare a tutti i costi lavoro. Quello che facevo non mi dava soddisfazioni e iniziai a trasformare la mia passione in un lavoro. Tutto inizio nel 1992 facendo da assistente a un fotografo di un noto studio della regione. Osservavo quello che faceva e come lo faceva, mi insegnò i trucchi del mestiere. Nel 1996 iniziai la mia attività di fotografo mettendo in pratica tutto quello che avevo imparato. Ancora oggi collaboro con questo fotografo”.
Ti ricordi qual è stata la tua prima macchina fotografica?
“Nel lontano 1985 acquistai la mia prima reflex, la Pentax p50. Ce l’ho ancora ed è perfettamente funzionante. Peccato che non ho tempo da dedicarmi per qualche foto in pellicola”.
Ogni settimana fotografavi le gesta dei calciatori della Lcfc. Come ti accolgono sui campi?
“Posso dirlo tranquillamente di essere stato accolto sempre con rispetto e disponibilità da parte di tutti…e quando dico tutti dico anche dagli spettatori che più di qualche volta mi chiedono di fermarmi a bere qualcosa con loro a fine gara. Cosa che faccio più che volentieri”.
Anche in ambito fotografico ci si può specializzare ( foto sportive, panorami etc). Qual’è il “ramo” che prediligi di più e perché?
“Mi sono specializzato in fotografia sportiva collaborando con Associazioni, Enti e Società sportive. Dopo averlo praticato, sono le gesta atletiche e agonistiche che mi hanno spinto a raccontare lo sport attraverso la foto. L’altro ramo è la ritrattistica e cerimonie”.
Con l’avvento della fotografia digitale, come è cambiato il tuo lavoro?
“E’ cambiato parecchio, anzi direi una trasformazione radicale. Professionalmente parlando sono nato con la pellicola. Questo passaggio al digitale, in un primo momento, l’ho recepito come fine a stesso. Poi poi mi sono reso conto che se anch’io non facevo quel cambiamento, rimanevo tagliato fuori dal mercato. Personalmente ho fatto fatica ma con il passare del tempo mi sono adattato e ora non ne posso fare a meno”.
C’è una foto scattata tra gli amatori venuta talmente bene a cui ti sei particolarmente affezionato?
“Non ce ne una in particolare ma sicuramente tutte le foto che rappresentano lo spirito e il valori della LCFC. Credo che nelle mie foto oltre alla parte puramente tecnica e agonistica ci siano delle foto che rappresentano la lealtà sportiva, amicizia e voglia di divertirsi”
Per lavoro segui molti sport. Cosa pensi dell’organizzazione, conosciuta soprattutto nelle finali, della LCFC?
“Fotografando molte manifestazioni mi accorgo che la parte organizzativa la fa da padrona per la buona riuscita di un evento. Niente viene lasciato al caso e la LCFC non è da meno in questo. Se si lavora bene nell’organizzazione tutti ne traggono beneficio”.
Per chiudere, oltre a continuare a collaborare con la LCFC, hai qualche sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto è quello di realizzare i miei sogni nel cassetto! Sto lavorando su questo e a breve porterò a termine il mio primo sogno. Poi si vedrà”.