C’è una nuova squadra nel panorama del Friuli Collinare. E’ il Villa Primavera il cui progetto rappresenta un vero e proprio spin-off della gloriosa storia della squadra, la Climassistance, che tuttora cavalca le onde del campionato Senatori. Una sorta di passaggio di testimone tra due generazioni con la passione per il calcio che rimane il filo conduttore di una nuova identità sportiva che, come ci racconta Matteo Serafini, vuole crescere con i tempi giusti.
Da chi è nata l’idea e qual è stata la motivazione principale che vi ha spinto a fondare questa nuova squadra amatoriale?
“L’idea della creazione di questa squadra ci balena per la testa già da circa un anno. Sia io, che Alex D’Osualdo, che Luca Nistri, ne parlavamo sempre in maniera sempre più concreta quando ci capitava di vederci. Abbiamo avuto fin da subito il via libera dell’AC Villa Primavera, una società che vanta oltre 30 anni nella LCFC e che si è presentata fin da subito predisposta alla creazione di questo progetto: il presidente Gianni Pascolat, Marco Nistri e mio padre Gabriele Serafini, ci hanno sicuramente dato una grande mano organizzativa per capire come far nascere questo progetto dal punto di vista burocratico.
Una delle motivazioni che ci ha portati a scegliere di creare questa squadra è stata la mancanza di alternative che molti nostri coetanei si ritrovano ad avere nel salto tra calcio giovanile e prime squadre, sbalzo che in molti casi porta giocatori anche molto promettenti, a perdere la voglia e a smettere anche visto che spesso o per lavoro, o per l’università, non riuscirebbero a gestire la quantità di allenamenti settimanali richiesti da una prima squadra. Questo è veramente un peccato perché parliamo, come ho detto, di giocatori in certi casi molto forti e che potrebbero tranquillamente dire da loro in categorie competitive”.
Quali sono gli obiettivi principali che vi siete prefissati per questa stagione e per i prossimi anni?
“Questa prima stagione deve essere di rodaggio. Il 90% della rosa ha un’età compresa tra i 19 e i 22 anni quindi potremmo senz’altro soffrire di inesperienza in determinate circostanze. Molti dei giocatori in rosa inoltre sono fermi da qualche anno e dovranno ritrovare la propria condizione atletica prima di poter essere determinanti. Per queste ragioni, almeno per questa prima stagione, non vogliamo porci specifici obiettivi a livello di risultati, ma vogliamo basare quest’anno sull’affermarsi di un gruppo. Allo stesso tempo credo che, dopo un’analisi di quella che è la Divisione Bronzo (campionato che grazie a voi ho spesso ripreso durante la passata stagione) e per la rosa a nostra disposizione, credo che potremo arrivare nella prima metà della classifica. A lungo termine ci piacerebbe sicuramente puntare alle Divisioni Oro e Diamante, ma non vogliamo velocizzare dei processi che devono essere naturali dato che la nostra priorità, come già detto in precedenza, è il gruppo“.
Intendete coinvolgere i tifosi e la comunità locale nel progetto della squadra?
“Come accennato in precedenza, il nostro obiettivo principale è quello di costruire un gruppo coeso non solo in campo ma anche per il terzo tempo. Anche attraverso il nostro impegno nei canali social come Instagram, YouTube e Facebook desideriamo che le nostre partite vengano seguite anche dai nostri amici, dal nostro circondario. Proprio per questo abbiamo scelto anche un campo con un chiosco al chiuso in maniera tale da poter avere un terzo tempo prolungato anche e soprattutto nel freddo inverno, in maniera tale da poter restare insieme anche dopo la partita formando un gruppo che vada oltre a chi scende in campo ma che si allarghi anche ai nostri amici e compagne”.
Quali sono le maggiori sfide che avete incontrato finora nella creazione della squadra?
“Sicuramente la maggiore sfida che abbiamo dovuto affrontare per la creazione della squadra è stata quella di sfatare il “tabù del calcio amatoriale”. Molti, soprattutto le persone della nostra età, non conoscono il mondo della LCFC e quindi reputano un campionato amatoriale come qualcosa di basso livello ritenendolo quasi come un’ultima spiaggia. La difficoltà principale è stata quella di far capire ai ragazzi che poi hanno deciso di puntare su questo progetto come in realtà si parli di un campionato estremamente competitivo, dove il rispetto e il fair play sono dei punti cardine e in cui veramente si possa creare un progetto pluriennale ricco di soddisfazioni”.
Come intendete bilanciare l’aspetto agonistico con quello ludico e sociale dello sport amatoriale?
“Aspetto calcistico e ludico avranno un bilanciamento fondamentale e saranno entrambi presenti. Avere Gabriele Serafini, mio padre, come allenatore ci permette di contare su una figura di riferimento per noi giocatori anche e soprattutto dal punto di vista umano, dato che conosce già la maggior parte dei ragazzi. In generale avere un gruppo che si conosce, dove saranno presenti ragazzi nostri coetanei anche a livello dirigenziale è molto importante per stare bene, per andare ad allenamento con un’altra mentalità e per divertirsi. Siamo convinti che questi fattori possano portare sul campo a dei risultati positivi”.
Quali sono i giocatori che, sulla carta, potrebbero aiutarvi a far crescere il vostro progetto amatoriale?
“Abbiamo giocatori che sulla carta possono farci fare fin da subito un salto di qualità. Parliamo di ragazzi che hanno giocato in società blasonate come Flaibano, Manzanese, Santa Maria, Cjarlins Muzane e che quindi, ritornando in forma, potranno risultare sicuramente determinanti per i risultati della nostra squadra. Ci daranno una mano un paio di ragazzi che tutt’ora giocano anche fra Prima e Seconda Categoria e che quindi potranno mettere a servizio della squadra la loro ottima condizione atletica”.
Quali sono i vostri progetti futuri per la squadra?
“Il nostro è un progetto a lungo termine. Noi vogliamo creare un posto sicuro, una sistemazione calcistica definitiva per i ragazzi che hanno deciso di puntare su di noi. Il sogno è quello di seguire l’esempio della nostra società che, attraverso l’impegno di Marco Nistri e di tutta la vecchia guardia, è partita, come nel nostro caso, poco più che ventenne giungendo fino agli Over 50. Chiaramente partiamo con i piedi per terra ragionando stagione per stagione, ma il nostro traguardo sarebbe quello di portare avanti questo progetto per più tempo possibile”.
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