Nasce nella splendida isola tunisina di Djerba, dove il sole incontra il mare e il calcio è un punto di riferimento per molti ragazzi. Come per Karim Ennejeh che comincia la sua carriera calcistica all’età di 8 anni. Il ragazzo è dotato, ha caratteristiche richieste a un portiere, il suo ruolo. Carattere, freddezza che gli consente di gestire molte situazioni di gioco, reattività, il saper mantenere sempre alta la concentrazione, sono doti che lo portano in alto fino a raggiungere la serie B tunisina. A 18 anni però è costretto a smettere per un infortunio al ginocchio e la sua vita prende un’altra piega. Ma la forza di volontà e la capacità d’impegnarsi anche nello studio non abbatte il suo spirito di rivalsa. Trova lavoro in alberghi internazionali dell’isola, frequentati da turisti di tutto il mondo, dove cresce sotto il profilo organizzativo e umano, impara molte lingue (parla arabo, francese, tedesco, italiano, ceco, spagnolo, inglese e ora anche il friulano), creandosi uno spessore caratteriale che lo portano a prendere la decisione di venire in Italia. Qui si integra benissimo, trova occupazione in una ditta del settore alimentare molto nota nella distribuzione dei prodotti surgelati, ma soprattutto riscopre la sua vecchia passione, il calcio. Disciplina che pratica, dal 2015, nel Milan Club di San Martino, associazione in cui, oltre a difenderne la porta, ne è anche dirigente.
Il Milan Club ha una rosa multietnica. Qual è la provenienza dei vostri giocatori?
“ Credo che, in Lcfc, sia una rosa unica nel suo genere perché abbiamo rappresentate tante nazioni: Italia, Tunisia, Albania, Burkina Faso, Macedonia, Romania e Togo”.
Come riuscite a far convivere diverse culture sportive sotto la bandiera del calcio amatoriale?
“Su questo aspetto sia io che i giocatori non abbiamo avuto nessuna difficoltà: nonostante il gruppo sia multietnico, tutti parlano perfettamente italiano, sono integrati e la gran parte sono in Italia da quando erano bambini. Anche per questo, i rapporti interpersonali sono stati sempre buoni, indipendentemente dalla provenienza. E devo dire che abbiamo un gran gruppo. Approfitto per ringraziare tutti perché se i risultati sono stati così buoni significa che siamo coesi, focalizzati su un unico obiettivo comune”.
Nei campionati amatoriali della Lcfc, rispetto ad altre realtà, si cerca di tutelare l’amatorialità attraverso particolari regole. Come vivete questa partecipazione tra cartellini verdi e Coppa Amatori?
“Per me è una nuova esperienza che ti da tante possibilità di giocare in livelli diversi, (campionati tradizionali, over 38, over 48 etc.) e gironi diversi. Ritengo però che l’unica cosa che conta è divertirsi”.
La vostra squadra ha buone individualità. Chi sono i giocatori che potrebbero regalarvi quel valore aggiunto per tagliare traguardi prestigiosi?
“Destino vuole che non abbiamo mai avuto la squadra al completo per varie motivi (familiari o lavorativi ). Tutti i giocatori, per non dimenticare nessuno, hanno dato il loro contributo. Forse il valore aggiunto è il nostro mister che ci supporta in ogni allenamento e partita”.
Quali sono quei giocatori che non dovrebbero mancare mai a una vostra partita?
“Credo non sia corretto parlare dei singoli. Ognuno di noi da tutto quello che può. E’ chiaro che abbiamo anche delle individualità di spicco ma in generale il livello della rosa è omogeneo”.
Qual è la vostra forza?
“Devo ripetermi: il gruppo che abbiamo creato è diventato una famiglia allargata”.
Qual è il vostro punto debole?
“Il punto debole è l’impossibilità di allenarsi sempre tutti insieme. Lavoro e distanza spesso non consentono di poter svolgere sessioni di allenamento specifiche”.
Come vi sembra il livello tecnico di questa manifestazione?
“ Devo dire che ogni anno sia il livello di gioco che quello tattico, aumenta”.
Chi sono quelle persone che nel terzo tempo non dovrebbero mancare mai e perché?
“Il terzo tempo dovrebbe essere un momento dove tutti si fermano, ma succede spesso che qualcuno scappa per cui è difficile trovare dei nomi”.
C’è qualcuno che vorresti ringraziare?
“Vorrei ringraziare di cuore la società del ASD Calcio Zoppola e tutta la squadra che mi hanno permesso di fare allenamenti con loro e tornare in forma per fare un bel cammino in questo campionato. Grazie alla dirigenza, ai preparatori dei portieri (Pierangelo Candido) a mister Stefano Sutto e ai portieri Emanuele Cattelan e Daniele Rosset”.