In un periodo in cui assumersi delle responsabilità diventa impegnativo, ci sono dei giovani che credono negli ideali, sono convinti che le loro azioni possano portare una ventata di freschezza e novità. Anche nello sport. E’ il caso di Federico Benedet, 22 enne presidente della Gioventù Maniaghese, un’associazione di giovani che si articola anche oltre il calcio e il cui scopo è riqualificare il tempo libero e gli spazi ad esso destinati per i ragazzi del territorio.
Federico, che a dicembre si laureerà in comunicazione, sa che per creare un gruppo coeso bisogna assemblare tutta una serie di condizioni quali informazioni, conoscenze, ascoltare i bisogni di tutti, percepire le emozioni, far sentire le persone attori di un unico progetto. La sua esperienza come educatore in parrocchia, aver insegnato, anche se per breve tempo in una scuola elementare, lo ha arricchito culturalmente, gli ha permesso di capire che lo sport deve essere aggregazione e divertimento. Di lui dice di essere poco portato per lo sport anche se nel calcio riesce a dare un senso apparente ai suoi movimenti. Un ragazzo umile che si affaccia al mondo delle associazioni con tante idee ma anche con la voglia di imparare e confrontarsi. Lo abbiamo intervistato:
Presidente, da dove nasce questo gruppo?
“Nella stagione 2018/19 AS Maniago e Ricreatorio hanno mandato a Maniagolibero le loro squadre per poter creare un’unica Juniores che avesse numeri sufficienti per disputare il campionato: questa unione tra due compagini, che per anni si erano date battaglia in derby di fuoco, ha dato vita a quella che è stata riconosciuta da ciascun membro della compagine come la più bella stagione della sua vita. Questo è quindi il gruppo che fa da base a questa squadra e che, integrato con amici che avevamo incontrato in altre situazioni calcistiche, ha formato un collettivo di una trentina di tesserati”.
Siete ripartiti dagli amatori. Ci spiega questa scelta?
“Ci mancava giocare insieme, andavamo a vedere l’Under 19 del Maniago Vajont e ci prudevano le dita dei piedi, quindi è saltata alla mente questa idea. Andare a ricreare l’ennesima squadra dilettantistica a Maniago non era il caso, anche per una questione di costi e impegno richiesto, ma con gli amatori d’altro canto c’era la possibilità di giocare al sabato e di avere un approccio più aderente alla nostra idea di pallone. La scelta è stata facile”.
Quali sono state le maggiori difficoltà a ricreare la squadra?
“Avendo un sacco di universitari in squadra, le tante trasferte del lunedì ci hanno un po’ messo in crisi, ma portando altri amici interessati al progetto residenti in zona abbiamo risolto”.
Qual’è il vostro progetto sportivo? Ricreare un clima da oratorio dove tutti devono giocare per divertirsi o provare a costruire una squadra per raggiungere dei traguardi sportivi?
“Abbiamo semplicemente voglia di stare insieme. Ci sono alcuni giocatori in squadra che sicuramente potrebbero dire ancora la loro in categoria e questo potrebbe emergere dal punto di vista sportivo a lungo termine, ma non poniamo particolare attenzione su questo aspetto: la vittoria ha un sapore dolce, certo, ma anche nelle cene post partita al McDonald, dopo le sconfitte, abbiamo sempre riso un sacco. Se ci dovranno essere traguardi sportivi mi spaventa l’idea dei giorni di prognosi che comporteranno le conseguenze dei festeggiamenti, ma non so se siamo ancora abbastanza strutturati da poter fantasticare”.
Qual’è la provenienza dei vostri soci?
“Si parla di ragazzi che hanno giocato con Maniagolibero, USMT, AS Maniago, Ricreatorio, Vajont. Due giocatori sono addirittura nostri amici che hanno giocato a basket fino alla scorsa stagione”.
Da quello che si percepisce sposate in toto in valori della Lega Calcio Friuli Collinare. Credete che far giocare tutti, l’assenza del vincolo e il fair play siano obiettivi che la LCFC debba perseguire con forza?
“Assolutamente. Noi viviamo il tutto come un torneo estivo in formato stagionale e questo ci dà la possibilità di non avere particolari paranoie. L’assenza del limite per le sostituzioni poi è una cosa straordinaria”.
Quali sono le persone imprescindibili per la conduzione della vostra associazione?
“Siamo giovani, sia come singoli, sia come associazione, registrata nel suo complesso solo a giugno. Imprescindibile sarà chi riusciremo a fare innamorare del nostro ideale abbastanza da impegnarsi anche fuori dal campo. Permettimi però di ringraziare il nostro staff tecnico, ovvero mister Antonio Attena, il suo vice Albano Tatani e l’accompagnatore Matteo Bertoia, tutti e tre nostri ex compagni di squadra che nonostante giochino in categoria hanno voluto fare parte del progetto standoci più vicino possibile e seguendoci dappertutto”.
Quali sono le aspettative in questa stagione?
“Siamo partiti prendendo 17 gol in tre partite tra amichevole e partite di coppa: voliamo bassissimo e festeggiamo ogni vittoria”.
Infine, ha un sogno nel cassetto in campo amatoriale?
“Arrivare in piazza nel cassone di un carro trainato da trattore per festeggiare un traguardo, qualsiasi esso sia”.