Prima di diventare arbitro gioca a calcio con la squadra del suo paese (San Quirino (Pn), per poi passare agli amatori. Queste esperienze lo arricchiscono, lo aiutano a comprendere alcuni valori che poi trasferisce sulla sua vita privata, capisce le difficoltà che possono esserci anche verso di chi cerca di dirigere una gara. Col tempo quel ruolo lo intriga, lo incuriosisce e Stefano Pigatto abbraccia la nuova avventura: diventare arbitro amatoriale. Una scelta non facile, ma consapevole. D’altronde il calcio, sia giocato che guardato, è la sua passione e viverlo guardandolo da un’altra prospettiva è un modo per crescere, per misurarsi in un ruolo complesso e stimolante. Stefano, caratterialmente molto riservato, è un generoso, preciso ed equilibrato, caratteristiche che si sposano perfettamente col ruolo di giudice di campo. Un ruolo che può dargli soddisfazioni, un momento ludico che lo rilassa, ma anche una sorta di valvola di sfogo per una persona che, installando impianti fotovoltaici, lavora tutto il giorno all’aperto. Situazione, magari faticosa, che gli piace e lo rende libero di muoversi tra difficoltà e imprevisti. Come su un campo di calcio dove, dopo aver accumulato durante il giorno energia dal sole, la scarica con delle prestazioni arbitrali molto spesso apprezzate dalle squadre.
Prima di arbitrare in Lega Calcio Friuli Collinare dove hai arbitrato?
“Per me è la prima esperienza come arbitro, ho cominciato nella stagione 2022/23 “.
Credi che la lcfc, con le norme, sia sulla strada giusta per far comprendere la sua politica sportiva?
“Premetto che nella mia, seppur breve fino ad ora, esperienza nella lcfc devo dire che la trovo ben strutturata ed organizzata. Sono d’accordo su tutto quello che fa e propone per rendere il calcio amatoriale uno sport dove prevale la voglia di divertirsi al risultato”.
C’è una partita, un evento sportivo, che non dimenticherai mai?
“Quando l’ Inter ha vinto l’ultima coppa campioni. Ovviamente la tifo, ma mi ha fatto enorme piacere per Javier Zanetti. Ha dimostrato che chi tiene duro alla fine si toglie enormi soddisfazioni”.
Fuori e dentro il rettangolo di gioco si sentono spesso parecchie critiche e proteste. Qual’è la tua tattica per non farti coinvolgere?
“Non sono una persona permalosa, insulti e proteste ho imparato a sopportarli, a gestirli. Sia che vengano da chi è in campo che da chi è fuori”.
Cosa pensi di quei programmi sportivi in cui si fa il pelo nell’uovo a una direzione di gara?
“Non guardo trasmissioni sportive da qualche anno ormai, anche per questo fatto. Comunque quando mi capitava cambiavo canale perché ritenevo questi discorsi inutili e noiosi”.