Niente è complicato, se ci cammini dentro. Il bosco visto dall’alto è una macchia impenetrabile, ma tu puoi conoscerlo albero per albero. La testa di un uomo è incomprensibile, finché non ti fermi ad ascoltarlo (cit. di Stefano Benni). E il cammino è uno degli hobby di Lorenzo Bertin che, tra i boschi, respira aria di libertà, si rigenera dalle fatiche quotidiane e, forse, grazie al silenzio che aleggia tra le piante, medita anche su come affrontare al meglio le proprie sfide calcistiche. Il bosco per lui è una metafora della vita perché entrare in una selva rappresenta una sfida contro l’ignoto e il percorso che intraprende la voglia di superare ogni ostacolo per uscirne felice. Un pò come quando scendi in campo e dirigi due squadre che non conosci e al triplice fischio sei soddisfatto per aver prodotto una buona direzione. Anche l’ascolto è una parte importante della vita di Lorenzo che, ora che è in pensione, è diventato responsabile della sezione di Cordenons, della F.N.P (federazione nazionale pensionati), una struttura che si occupa di dare risposte ai cittadini su pratiche del patronato o dei Caf. Una persona che dal suo vecchio lavoro, l’agente di commercio, ha imparato a relazionarsi con le persone, a capirne le aspettative, situazioni che ora trasla anche sull’arbitraggio dove, di base, cerca di partire col dialogo cercando un empatia che possa agevolare il compito di una direzione.
Sei entrato nel gruppo arbitrale della Lcfc da poco: quali sono le tue sensazioni?
“ Ritengo sia una bella associazione sempre volta al miglioramento, vedi i referti arbitrali on line. Per quanto riguarda gli arbitri sarebbe bello fare più gruppo.
Quali sono le squadre che ti hanno creato maggiori apprensioni durante una partita e perchè?
“ A onor del vero non ci sono teams che mi hanno creato apprensioni. Ci sono squadre che hanno giocatori più “chiacchieroni” rispetto ad altre per cui ti devi approcciare in un certo modo, ma ripeto apprensione proprio no”.
Qual’è stata la molla che ti ha permesso di diventare arbitro?
“Dopo aver giocato a calcio ad un certo punto ho mi sono detto: perchè non provare a stare dall’altra parte ? Devo dire che è stata una buona scelta, ad aprile sono quarant’anni che arbitro”.
C’è un libro che ti ha lasciato il segno?
“Il Codice Da Vinci, penso che ci siano molte verità dentro”.
Cos’è per te la serenità?
“Per me è la libertà mentale che provo solo quando cammino in mezzo al verde, la natura , i boschi” !
Meglio parlare con i giocatori o fargli capire chi comanda col cartellino?
“ Con i giocatori il dialogo lo imposto sempre, dopo sono loro a decidere, con quello che dicono e soprattutto con il modo in cui lo dicono, se proseguirlo o farmi estrarre il cartellino”.
Il giorno più bello della tua vita?
“Il giorno più bello della mia vita? Ieri, oggi domani, la vita è sempre bella!
Il giorno più bello nella tua vita sportiva?
“ Quando, in figc, sono stato premiato come miglior assistente regionale”.