Giovanni Filaferro arbitra dal 1992, da quando esordì in FIGC con la sezione di Tolmezzo. Li rimane fino al 2013 per poi migrare verso la sponda amatoriale targata Lega Calcio Friuli Collinare. Il suo modo di interpretare le gare, il suo carattere disponibile e ottimista fanno di Giovanni una persona che difficilmente perde il controllo, anche se a volte la sua istintività lo porterebbe a valutazioni affrettate. Ma lui sa che bisogna mantenere la giusta calma, come quando è impegnato in una parte importante del suo lavoro, il mulettista.
Spesso i tempi per caricare e scaricare sono pochi e gestire con la dovuta oculatezza tutto il processo richiede precisione e molta tranquillità. Doti che si evincono anche nella sua vita privata, condotta in maniera semplice ma con grande attenzione ai dettagli. E quando le emozioni lo attanagliano, per distendere i nervi e ricaricare le pile, Giovanni ama camminare in montagna dove l’aria fresca e la natura gli regalano un senso di pace e serenità.
Qual è il tuo atteggiamento nei confronti di dirigenti e giocatori?
“Penso di essere disponibile al dialogo, provo sempre a smorzare la tensione prima di applicare i vari cartellini”.
Quali sono i consigli che ti sentiresti di dare alle squadre e/o ai tesserati?
“Grandi consigli non darei. Vedo che le squadre sono ben organizzate e hanno un buon spirito collaborativo. Posso solo augurargli di vivere la partita divertendosi”.
Qual è stato il momento, nel tuo percorso sportivo, più difficile nell’arbitraggio?
“Negli anni 90 quando arbitravo in figc. C’è stato un periodo, forse anche per mia inesperienza, dove ho sofferto alcuni giocatori che, sul campo, cercavano in tutti i modi di metterti in difficoltà”.
Quando ti arriva la designazione, cosa pensi?
“Quando mi arriva la designazione per la partita sono sempre felice. E non importa che sia una partita di cartello o una sfida di bassa classifica. Per me sono tutte uguali, hanno la stessa importanza. Il calcio è bello, che tu vinca o tu perda. Andare all’aria aperta, fare una corsa, stare in compagnia di gente con cui condividiamo la stessa passione, mi fa star bene”.
Arbitrare in LCFC è un impegno costante.
“Certo, ma è anche uno stimolo per continuare ad allenarti per essere fisicamente pronto alla direzione arbitrale. Se credi in quello che fai, avere un obiettivo ti allena la mente, ti da delle sensazioni impagabili. Quindi ben venga un impegno costante”.
Tu hai vissuto per molti anni il calcio federale e, da circa 10 anni sei nella LCFC. A livello tecnico trovi differenze?
“Nel mondo degli amatori sono entrati molti giovani e questo, a mio parere, ha migliorato il campionato. Da un mio punto di vista ora non ci sono grosse differenze a livello tecnico con i campionati della FIGC”.
Quali sono i tuo valori della vita?
“Onestà, rispetto e non essere geloso di altri”.
L’ultimo film che ti ha emozionato?
“Balla con i lupi”.