Il deserto, il mare calmo, la cima di una montagna: luoghi dove si può trovare pace, solitudine e silenzio. Ma quel silenzio, che per alcuni può essere descritto come il vivere un momento di pace interiore, per altri è un aspetto della propria vita. Stiamo parlando di persone con disabilità uditive che spesso, oltre che a lottare interiormente con se stesse, devono sfidare i pregiudizi della gente, integrarsi nel tessuto sociale cercando nel contempo cercare una realizzazione personale. Persone capaci, pronte a mettersi al servizio degli altri e a superare le difficoltà che la vita gli hanno imposto, con forza d’animo e grande autodeterminazione. Se in passato ci furono delle aggregazioni atte a difendere i diritti di una categoria, ora ci sono molte forme di sodalizi che cercano di sensibilizzare l’argomento sordità. I normodotati, spesso, non si rendono conto di quello che può significare avere una disabilità, e per far conoscere le problematiche, per aiutare i meno fortunati e alimentare le coscienze, nascono delle Associazioni che hanno più scopi: dall’ aggregazione, al comunicazionale, alla promozione di eventi sociali. Una di queste è L’Osuf, realtà nata 7 anni fa e che da allora partecipa al campionato della Lega Calcio Friuli Collinare. L’idea di formare questa compagine è di Gianpaolo Muser che racconta >>L’obiettivo iniziale era quello di inserire ragazzi non udenti nella società. L’integrazione non sempre è facile, ci sono difficoltà molteplici. E allora perché non provarci attraverso lo sport nazionale, il calcio? Partiti con una squadra di calcio a 5, siamo cresciuti, abbiamo ottenuto parecchi riscontri tanto da aver formato una compagine di calcio a 11 dove per molti anni hanno giocano ragazzi con problemi uditivi, che spesso in ambito sportivo erano discriminati, assieme a ragazzi normodotati. Oggi, per il timore di qualche infortunio, molti di quei ragazzi, fanno i dirigenti vivendo in modo alternativo la loro passione per il calcio, sport che personalmente amo e continuo a praticare. L’importante però è poter offrire una risposta concreta a chi ha il piacere di scendere in campo, continuare a far sentire la nostra voce. E la squadra è un buon mezzo per farci conoscere. Ma questa iniziativa ha avuto anche altri strascichi: l’insperato successo iniziale ci ha permesso di allargare gli obiettivi iniziali tanto che abbiamo deciso di provare a impegnarci nella solidarietà. Abbiamo realizzato calendari, mercatini di Natale, sfilate di moda, concerti, tutte proposte atte a raccogliere fondi da devolvere ai più bisognosi. Sosteniamo, nel nostro piccolo, ospedali e associazioni in cui ci sono bambini malati o disabili affinchè possano avere cure adeguate e sperare in un futuro migliore. Ma l’Osuf – continua Muser – è una macchina in continuo movimento che cerca di promuovere progetti di integrazione, di coinvolgere altre persone che sposino la nostra causa con l’obiettivo finale di far capire che siamo tutti uguali. E anche se qualcuno, ha un piccolo difetto, far capire che ognuno di noi è unico. Sono consapevole che questa è una grande sfida. L’importante e crederci è continuare a perseguire con fermezza il nostro obiettivo>>.
Chapeau, Osuf!
Pubblicato anche su Tremila Sport del 23/12/2011