La sconfitta dello spirito amatoriale
I fatti Venerdì 09 novembre 2012 Partita Fitness & Wellness – Città di Carlino nella ridente Pasian di Prato; squadra di casa al gran completo, squadra ospite rimaneggiata per assenze ed infortuni (in sostanza 5 giocatori contati). Nelle fasi preliminari alla gara, un giocatore ospite non ha il documento di riconoscimento valido (ha solo una fotocopia a colori) e l’arbitro a termini di regolamento, non lo lascia scendere in campo. Viene così disputata in 5 conto 4 la partita, che vede vincitrice la “Fitness & Wellness” con il risultato di tanto a 5.
Le valutazioni Tenuto conto che il giocatore privo di documento ero io (e che per questo i miei compagni hanno dovuto disputare l’intera partita in 4), ho ritenuto opportuno fare alcune considerazioni sull’operato dell’arbitro che, pur rispettando il regolamento e quindi facendo il suo dovere, poteva utilizzare quel buon senso che spesso chiediamo alle pubbliche amministrazioni, alle controparti commerciali e a chiunque incontriamo sul nostro cammino di vita. Partendo dal presupposto che: – anche i tesserini plastificati emessi dalla LCFC, vengono validati presentando una semplice fotocopia del documento di identità; – lo scrivente si era reso disponibile a rilasciare all’arbitro un’autocertificazione (ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 ampiamente usata anche nei rapporti con la pubblica amministrazione) alla quali basta allegare una copia del documento di identità, con verifica documentatale da farsi eventualmente nei giorni successivi; – la squadra di casa si era resa espressamente disponibile (eventualmente anche per iscritto) ad accettare la situazione; ritengo che ci fossero tutte le condizioni per poter evitare di far disputare una partita in un clima surreale in 5 (con ampia disponibilità di cambi) contro 4. La rigidità mostrata dal direttore di gara nel non farmi entrare sul terreno di gioco (pur supportata dal regolamento), la giudico degna dello statalismo burocratico più spinto, che mal si sposa e concilia con lo spirito amatoriale che la categoria dovrebbe incarnare. Sentirmi dire poi dall’arbitro che “… non può accettare nessuna deroga in quanto … potrei aver fatto la copia mettendo la mia foto su un documento di qualcun altro …” mi sembra alquanto grottesco. Non credo sia obiettivo di nessuno arrivare a 40 anni per fare una tale “manovra” finalizzata a disputare una partita di calcetto amatoriale. Sicuramente chi ha sbagliato sono io e per questo mi scuso con i miei compagni per la mia leggerezza che li ha costretti a giocare a ranghi decisamente ridotti; credo tuttavia che con il buon senso, si sarebbe potuto ovviare al problema nel rispetto della legalità e senza rientrare nella categoria di quei “furbetti” che vogliono non rispettare le regole. Colgo l’occasione per augurare a tutti un buon campionato. Andrea Zanutta
inviato da: Zanutta Andrea